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Sigla MGM (Franz Waxman, 1935)



Considerata la più potente tra le Majors, ad oggi record assoluto e difficilmente eguagliabile con 208 premi Oscar vinti, la M-G-M nasce nel 1924 a seguito di un'associazione composta da tre grandi produttori: Marcus Loew della Metro Picture Corporation (con quota di maggioranza per la Loew's Corp.), Louis B. Mayer capo della Louis B. Mayer Pictures e Samuel Goldwyn, quest'ultimo proprietario della Samuel Goldwyn Production. In brevissimo tempo, la Metro-Goldwyn-Mayer raggiunge un elevato prestigio economico, derivato principalmente dalle quote associate delle banche e da una proprietà immobiliare vastissima che comprende, tra l'altro, un folto gruppo di sale cinematografiche. Il metodo di produzione dello studios è da subito ben chiaro e delineato; sforzo produttivo a costi altissimi per film altamente spettacolari che spaziano su ogni genere e, soprattutto, spirito popolare e familiare improntato su narrative con inclinazione verso il cattolicesimo conservatore, che all'epoca negli USA era particolarmente sentito dalla gente comune.


   

   





I quattro grandi produttori che hanno contribuito alla nascita della M-G-M e alla sua consacrazione come studios di vertice hollywoodiano. Da sinistra, Marcus Loew, Samuel Goldwyn, Louis B. Mayer e Irving Thalberg.
Sotto - La prima effige della Metro-Goldwyn-Mayer.

Qui sotto - Il primo marchio della Metro Goldwyn Pictures, il simbolo negli anni trenta e quaranta e quello adottato alla comparsa del Technicolor.






Inizialmente, sotto la guida del brillante produttore Irving Thalberg, la Metro si assicura un prestigio incondizionato grazie alla produzione di film di notevole spessore come Rapacità e Ben Hur. Indirizzata verso lo Star System, non bada a spese pur di mettere sotto contratto miriadi di personaggi, puntando sempre sui nomi forti che comprendono, oltre gli attori, uno stuolo di registi (Fred Niblo, King Vidor, W.S. Van Dyke, Victor Fleming, George Cukor, Mervin LeRoy, Richard Thorpe, Vincente Minnelli) sceneggiatori (S.N. Behrman, Sonya Levien), fotografi (Robert Surtees, William V. Skall), musicisti (Herbert Sthotart, Miklos Rozsa), scenografi (Cedric Gibbons, Arnold Gillespie, Edward Cafagno) e costumisti (Walter Plunkett, Herschel McCoy, Elisabeth Heffenden). I nomi dei grandi attori che firmano lunghi contratti con lo studios non si contano; tra questi si ricordano, in ordine sparso, Norma Shearer, Myrna Loy, Joan Crawford, Elizabeth Taylor, Greta Garbo, Judy Garland, Robert Taylor, Jean Harlow, Clarke Gable, Spencer Tracy, James Stewart e moltissimi altri.


Avvento del sonoro. Coronarie al limite, per tecnici del suono e operatori di ripresa durante la registrazione del ruggito del leone, "Leo the Lion" simbolo della M-G-M.

Ingresso degli stabilimenti della Metro, in una foto degli anni '50


Con l'avvento del sonoro e poi del Techicolor iniziano le super produzioni tipo La tragedia del Bounty e Via col vento. Ma nel periodo, il fiore all'occhiello dello studios è rappresentato dal musical (Il mago di Oz). Firma capolavori in ogni genere; dai noir (Giungla d'asfalto) ai melodrammi (La signora Miniver), ai film drammatici (Il bruto e la bella).
È negli anni '50, quando Hollywood entrò in crisi per la concorrenza dell'allora nascente televisione, che la Metro dà la zampata del leone. Si trasferisce a Cinecittà in Roma per alleggerire i costi di produzione e sigla i più importanti kolossal sonori della storia del cinema, tra tutti Quo Vadis, Ben-Hur e Il Re dei Re, quest'ultimo in parte girato in Spagna. Negli anni '60, quando ormai il cinema è in piena debacle, riesce ugualmente ad esprimersi con prodotti di successo, quali 2001: Odissea nello spazio e tutta la serie di James Bond. Negli anni a seguire troviamo ancora segni di grandezza in Rocky e Telma & Louise. Dal 1980 finiscono i sogni di gloria e inizia un lento e inesorabile declino tra tracolli finanziari e beghe giudiziarie. Nel 1980, attraverso la compartecipazione di Ted Turner, gli azionisti della M-G-M rilevano la United Artist acquisendo in tal modo il più vasto carniere esistente, composto da oltre 4000 titoli di film e oltre 10.000 telefilm. Dieci anni anni più tardi, su appoggio della Crédit Lyonnais, gli italiani Florio Fiorini e Giancarlo Parretti, futuri proprietari del circuito televisivo Odeon TV, acquistano il pacchetto di maggioranza in un'avventurosa operazione che li porterà nel giro di due anni al fallimento. Nel 2002, la Chargeus prende temporaneamente le redini della dirigenza per poi cederla, tre anni dopo alla Sony Corporation, che acquista l'intero asset, edifici e studi di ripresa, per 5 miliardi di dollari, debiti pregressi compresi. Nell'Ottobre del 2010, la Sony annuncia pubblicamente la bancarotta irreversibile e il calvario della M-G-M durato oltre 30 anni si chiude definitivamente nella maniera più triste e impietosa. Ad oggi, dopo aver rifiutato la debole offerta della Lions Gate Entertainment, la major è in amministrazione controllata nel disperato tentativo di risollevarsi attraverso l'interessamento della Spyglass Entertainment, con alle spalle il miliardario Carl Icahn.



I PIÙ IMPORTANTI NOMI DELLO STAFF TECNICO E ARTISTICO SOTTO CONTRATTO CON LA MAJOR
(periodo: dall'introduzione del sonoro alla fine degli anni '50)


Compositori: Herbert Stothart, Miklòs Ròzsa, Bronislau Kaper, Johnny Green, Daniele Amfitheatrof, George Stoll, André Previn
Fotografi: Robert Surtees, Joseph Ruttenberg, John Seitz, Arthur Edeson
Tecnici del montaggio: John D. Dunning, Ralph E. Winters, Margaret Booth
Tecnici del suono: Franklin Milton, Douglas Shearer, Thomas T. Moulton
Scenografi: Cedric Gibbons, Edward C. Carfagno, William A. Horning, George W. Davis
Arredatori: Horace Jackson, Hugh Hunt, Henry Grace
Effetti speciali: A. Arnold Gillespie, Robert R. Hoag, Lee LeBlanc, Warren Newcombe
Truccatori: William Tuttle, Gabriella Borzelli, Charles E. Parker
Costumisti: Elizabeth Haffenden, Herschel McCoy, Walter Plunkett, Helen Rose




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