Considerata la prima delle tre mini-majors, la Universal è fondata nel 1912 da Carl Leammle, emigrante ebreo di nazionalità tedesca, il quale giunto negli USA già nel 1908, assieme alla Edison Motion Picture Trust progettò un brevetto sul motore elettrico utilizzato per macchine fotografiche e proiettori. Dopo l'accordo, Laemmle accorporara otto piccole imprese provenienti da studi periferici e forma la Universal Film Manufacturing Company; da qui poi il nome Universal che sta a significare un ampliamento sempre crescente. |
|
A destra, Carl Laemmle e suo figlio Carl jr. |
Dopo aver ospitato nei vasti studi e negli esterni della San Fernando Valley gran parte della produzione indipendente, ci fu la svolta. Fu coniato un nuovo genere, l'horror o film fantastico, che rappresentò la vera e unica strada da seguire per rimanere in auge con profitti economici ragguardevoli. Non avendo a disposizione fondi sufficienti per legare i grandi divi con contratti esorbitanti, lo studios pensò bene di lanciare nuovi attori, allora sconosciuti, per interpretazioni di ruolo (all'epoca impensabile poichè il livello principale del film era comunemente ricoperto da un divo/a del momento) in lavori talmente innovativi da divenire ben presto prodotti di notevole richiamo al botteghino della provincia americana. Fu così che i vari Lon Chaney, Boris Karloff, Bela Lugosi, Claude Rains, divennero immediatamente popolari e con film da incasso sicuro. Dagli anni '20 agli anni '30 la produzione di questi film era data a ritmo incessante: Il fantasma dell'Opera, Frankenstein (cui seguirono La moglie di Frankenstein e Il figlio di Frankenstein), L'uomo invisibile, La mummia e Dracula rappresentarono i successi più significativi; film horror magistralmente diretti da registi come Tod Browning e, soprattutto, James Whale. Nel 1928 le redini della guida passano al figlio Carl jr. Laemmle che adotta il sistema dell'investimento, non più basato sul risparmio, pagato in pieno e la Universal ottenne la distribuzione dei propri prodotti nel circuito delle sale situate nelle metropoli come Los Angeles, San Francisco, Chcago e New York. Anche se negli anni '40 continuò nella produzione dei b-movie con le serie dei film su Sherlock Holmes con Basil Rathbone e quelle comico-demenziali di Abbott e Costello (Gianni e Pinotto) che volarono con grande popolarità anche in Europa. Sempre in questa fase, ci furono dei buoni risultati anche nel versante del film-noir (Forza Bruta di Jules Dassin) e nel western (Winchester '73 di Anthony Mann) e anche per i primi film americani di Alfred Hitchcock (Il sospetto, L'ombra del dubbio). |
Anni venti: Ingresso degli stabilimenti della Universal a San Fernando Valley. |
Negli anni cinquanta e sessanta, avendo esaurito il proprio filone, la Universal (che nel frattempo cambia in Universal International) entra in crisi; riesce parzialmente a risollevarsi grazie agli incassi stratosferici per la distribuzione del kolossal Spartacus di Stanley Kubrick e poi con i successi derivati da Airport e Duel, e nei primi anni '70 con American Graffiti e Lo squalo di Steven Spielberg, ma le difficoltà sono sempre dietro l'angolo. Negli anni settanta nasce la corporazione Paramount-Universal che scinde il nome in Cinema International Corporation per riprendere successivamente quello di Universal Pictures con studi di ripresa trasferiti ad Orlando in Florida. Nasce un nuovo genere, quello catastrofico e con Terremoto e Hindemburg il gruppo ristabilisce le distanze dando nova linfa alla compagnia, che da qui in avanti si avventura sempre con successo nelle grandi produzioni spettacolari che ricordiamo in E.T. e nei capitoli di Jurassic Park e Ritorno al futuro. |
Kolossal a confronto - 2002