Titolo originale:
The Searchers

Anno:
1956

Nazionalità:
USA

Produzione:
Warner Bros.

Regia:
John Ford

Cast:
John Wayne
Jeffrey Hunter
Vera Miles
Ward Bond
Natalie Wood
John Qualen
Olive Carey
Harry Carey jr.
Dorothy Jordan


Sceneggiatura:
Frank S. Nugent
(dal romanzo di Alan Le May)

Musica:
Max Steiner

Fotografia:
Winton C. Hoch



original poster



Original Track Music

(1.00 - 476 kb Wav)







titolo del film

Nel Texas, a ridosso della Guerra Civile, banda di Comanches stermina un'intera famiglia e rapisce l'unica superstite, una bimba di otto anni. Lo zio, che odia a morte gli indiani, in compagnia del nipote, per cinque anni non da tregua ai rapitori. Poi, finalmente, trova la piccola ormai cresciuta, ma quel che più gli preme non è liberare la fanciulla, da lui considerata ormai un indiana, ma il capo pellerossa autore del massacro.
Osannato e, al tempo stesso criticato per via dell'oggettività razzista realisticamente espressa in almeno un paio di sequenze - le revolverate negli occhi ai cadaveri indiani e i calci nel sedere a una squaw che non obbedisce - attraverso la predominante figura di John Wayne, è, ad ogni modo, tra i migliori western di John Ford e sicuramente tra i primi 10 in assoluto nella storia del cinema. Straordinario nel valore dell'immagine, il film scorre nella paesaggistica fordiana e concretizza i punti di forza nel distinguo narrativo, tortuoso nell'identificazione del personaggio chiave, tormentato dalla solitudine e da un accanimento razziale che tenta di eliminare, tuttavia senza riuscirci perché insito nell'effettiva irremovibilità tra la cultura bianca e quella indiana. Una stupenda galleria di personaggi accompagna una storia perfettamente congegnata nell'asse ormai consolidato del cinema di John Ford: dramma, ironia e spettacolarità non si sovrappongono, ma viaggiano conformi nel tormento descrittivo di una racconto che per certi versi identifica la vera natura del regista. Molte le sequenze memorabili; tra tutte, quella finale dove John Wayne, nuovamente solo, attaccato ai cardini della porta di una casa che non vorrebbe mai lasciare, è costretto dalla propria indole a riprendere quel percorso asociale, non tanto dettato dalla vendetta, quanto da un odio profondo ormai radicato. Tratto dal romanzo omonimo (1954) di Alan Le May, ispirato da eventi reali accaduti nel 1836, quando un gruppo di Comanches rapì una piccola di nome Cynthia Parker, liberata adulta, suo malgrado, da uno squadrone di cavalleria quando aveva già fatto un figlio, divenuto in seguito capo della tribù.


*****







(Video Clip)





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scena del film

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Kolossal a confronto - Made in Italy - 2002