| Regia Stanley Kramer  
Cast
 Spencer Tracy, Marlene Dietrich, Burt Lancaster, Richard Widmark, Maximilian Schell, Montgomery Clift, Judy Garland, William Shatner, Edward Binns, Werner Klemperer, Werner Klemperer,	Alan Baxter,	Torben Meyer, Ray Teal, Virginia Christine, Joe Bernard, Ben Wright, John Wengraf	
Sceneggiatura
 Abby Mann   
Musica
 Ernest Gold
Fotografia
 Ernest Lazslo
Premi
 Premio Oscar
 Attore (Maximilian Schell), Sceneggiatura
 Nomination all'Oscar
 Film, Regia, Attore (Spencer Tracy), Attore non protagonista (Montgomery Clift), Attrice non protagonista (Judy Garland), Fotografia, Scenografia e arredamento, Costumi, Suono
 Nastro d'argento
 Film straniero
 David di Donatello
 Regia straniera, Produzione straniera, Attore straniero (Spencer Tracy), Attrice straniera (Marlene Dietrich)
 
 
 
 
Nel 1948 a Norimberga, il tribunale militare internazionale deve giudicare quattro criminali nazisti accusati di delitti contro l'umanità. Uno di loro si trincera dietro un silenzio profondo, rifiutando così ogni difesa.*****Il più spudorato film di propaganda politica mai realizzato a Hollywood. Tre ore e dieci minuti di conferenza sui crimini di guerra perpetrati dai tedeschi nell'ultimo conflitto mondiale e pagati con la vita degli accusati nel più clamoroso processo-burla che la storia recente possa ricordare. Film ordinato dalle alte sfere,  che chiamò a raccolta un'interminabile schiera di star hollywoodiane - tra i quali non si capisce chi sia realmente il protagonista - che si misero in fila per poter dare, ognuno, il proprio "contributo democratico" nel tentativo di screditare voci insistenti, che ormai  echeggiavano un pò in tutto il mondo, in merito a questa farsa processuale che emise sentenze di colpevolezza, già programmate, alcune, senza un briciolo di prova reale o almeno tangibile. La sceneggiatura cerca di ovattare le misure, concedendo alla sbarra solo 4 responsabili (contro i 24 reali), rei di crimini contro l'umanità e concentra l'attenzione sul loro stato d'animo, diviso tra chi, sprezzante, non tradisce il suo antico ideale, in contrapposizione ad altri, i quali, pentiti, si chiudono in un interminabile mutismo. Naturalmente pioggia di premi (anch'essi programmati) da ogni parte, in una sorta di speculazione che sfiora la vergogna assoluta. Adattato da un testo preesistente, scritto sempre dallo sceneggiatore Abby Mann che utilizzò per l'analogo dramma televisivo del 1959 diretto da George Roy Hill. Comunque buone le interpretazioni e la movimentazione in aula dell'iter processuale.
 
 
 
   
 
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 Original track music
 "Liebeslied"
 0.30 - 236  KB wav
 
 Frase celebre
 (Ernst Janning)
 audio 92 K
 
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
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