E' scomparso all'età di 87 anni Gregory Peck, uno degli ultimi mostri sacri della vecchia Hollywood.


Gregory Peck Gregory Peck (Eldred Gregory) si è spento serenamente, durante il sonno, nel suo residence a Beverly Hills; aveva 87 anni. Presente al suo fianco, nel momento del decesso, la moglie, Veronique Passani, giornalista italo-francese conosciuta dall'attore a Roma, sul set di Vacanze Romane. Sposati da 55 anni con due figli, Cecilia e Anthony, entrambi attori, la coppia si era ritirata ormai dalle scene pubbliche, soprattutto perché il grande Gregory non condivideva più il system-business adottato nell'ultimo decennio del cinema americano.
Gregory Peck nasce in California, a La Jolle, nel 1916. Si mette in mostra da subito nel teatro ma la permanenza nel settore dura poco; difatti, è nel cinema che si consacra e appena giovanissimo. La sua distinta personalità e il forte temperamento, chiuso, quasi prigioniero di se stesso, fanno sì che la sua figura si trasformi, da lì a breve, nel prototipo dell'americano medio, da tutti accettato e amato. Lo stile di Peck, caratterizzato dalla sua alta figura longilinea, da uno sguardo penetrante e da un'attraente bellezza naturale, ha rappresentato la vera sostanza del grande attore cinematografico; capace di immedesimarsi nei ruoli più variegati con perfetto sincronismo e sorprendente adattabilità.
Con Celeste Holm e Dorothy McGuire in Barriera Invisibile, 1947 I personaggi da lui interpretati, spesso in contraddizione con il suo essere (specie nel volgere della carriera e con qualche inciampone tipo I ragazzi venuti dal Brasile, 1978 The Boys From Brazil), hanno raggiunto nel tempo vertici di grande popolarità. Non a caso, pochi giorni prima della sua scomparsa, l'AFI (American Film Institute), ha riconosciuto nel personaggio di Atticus Finch in Il buio oltre la siepe (1962), da lui interpretato, il migliore in assoluto nella storia del cinema di tutti i tempi.
La filmografia di Gregory Peck, forte di 55 film escluse le produzioni TV, ha toccato davvero tutti i generi. Esordisce nel 1944 in Tamara la figlia della steppa (Days of Glory) ma è nell'anno successivo che si mette in evidenza con il giallo psicologico di Alfred Hitchcock Io ti salverò (Spellbound); e con il regista inglese sarà protagonista anche in Il caso Paradine (1947, The Paradine Case).
Al fianco di Joseph Cotten in Duello al sole, 1946 Nel frattempo e nello stesso anno, 1946, figura in due ruoli contrapposti in altrettanti western di successo; è, infatti, il mite contadino in Il cucciolo (The Yearlyng) e lo spietato cow boy in Duello al sole (Duel in the Sun). Proprio il western è stato il punto di forza dell'attore californiano. Lo ricordiamo, tra le tante, in rappresentazioni di consistenza interiore come in Cielo giallo (1948, Yellow Sky), L'avamposto degli uomini perduti (1951, Only the Valiant), Bravados (1958), Il grande paese (The Big Country) e L'oro dei Mackenna (1969, Mackenna's Gold).
E' stato protagonista in film drammatici e commedie di spessore come Le chiavi del Paradiso (1944, The Keys of the Kingdom), Barriera Invisibile (1947, Gentleman's Agreement), Il grande peccatore (1948, The Great Sinner), il famosissimo Vacanze Romane (1953, Roman Holidays), Il promontorio della paura (1961, Cape Fear), il già citato Il buio oltre la siepe (1962, To Kill a Mackingbird) e Arabesque (1966). Una scena significativa da Il promontorio della paura, 1961 Presente anche in film in costume, avventurosi, storici e di guerra; particolarmente rilevanti le sue performance in Cielo di fuoco (1949, Twelve O'Clock High), Davide e Betsabea (1951, David and Bathsheba), Le avventure del capitano Orazio Hornblower, il temerario (1951, Captain Horatio Hornblower), Le nevi del Kilimangiaro (1952, The Snows of Kilimanjaro), Il mondo nelle mie braccia (1952, The World in His Arms), Moby Dick e la balena bianca (1956, Moby Dick), I cannoni di Navarone (1961, The Guns of Navarone) e Mac Arthur, il generale ribelle (1977, Mac Arthur).

Nella sua lunga carriera, Gregory Peck ha vinto un solo Oscar, nel 1963 per Il buio oltre la siepe ed è stato nominato quattro volte, rispettivamente per Le chiavi del Paradiso, Il cucciolo, Barriera invisibile e Cielo di fuoco.

Democratico, attivamente presente in organizzazioni pacifiste e antirazziste, ha fatto della sua vita un alto esempio di coerenza liberale. Ha scritto nel 1978 la sua autobiografia, An Actor's Life. Con la sua scomparsa si va man mano assottigliando la lista degli ultimi supersiti, grandi divi, della vecchia Hollywood. Sono rimasti davvero in pochi, forse non più di una trentina, e di quelli che veramente hanno fatto storia, non più di cinque.

Roma 11.06.03 - Anthony, il primogenito di Gregory Peck, in visita a Roma sugli stessi luoghi dove furono riprese le scene del film Vacanze Romane (1953, Roman Holidays). Qui con suo figlio Zachary, detto Zac, alla Bocca della verità. La sequenza del film che vede Gregory Peck in compagnia di Audrey Hepburn alla Bocca della verità.

Roma 11.06.03 - Anthony ripercorre la scalinata di Trinità dei Monti, proprio come fece suo padre 50 anni prima. Il viaggio a Roma fu voluto proprio da Gregory Peck qualche giorno prima di morire. Chiese al figlio di ripercorre gli stessi itinerari del film e di scattare numerose fotografie per fargli vedere se Roma era come lui l'aveva lasciata ben mezzo secolo fa. Gregory Peck scende la famosa scalinata per raggiungere Audrey Hepburn. L'attrice, allora sconosciuta, non avrebbe avuto alcuna possibilità di poter vedere il proprio nome nei titoli di testa. Fu Peck ad imporli, convinto che la ragazza avrebbe vinto l'Oscar. E andò proprio come lui aveva previsto.



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