A causa di un attacco di polmonite il 9 luglio si è spento a Los Angeles Rod Steiger. L'attore settantasettenne era da tempo malato; una malattia legata all'alcolismo di cui Steiger era dipendente e che lo ha inseguito e perseguitato per anni.
Interprete aggressivo e poderoso Steiger, formatosi all'Actors' Studio, si messo subito in evidenza come caratterista di pregio, in particolar modo nei ruoli drammatici e ha conosciuto la celebrità negli anni sessanta vincendo l'Oscar per La calda notte dell'ispettore Tibbs (1967). La sua filmografia comprende 126 film, senza contare le apparizioni televisive. Tra i più celebrati ricordiamo Fronte del porto (1954), Oklahoma! (1955), Al Capone (1959), il discusso L'uomo del banco dei pegni (1965) e il discutibilissimo Il Dottor Zivago (1965).
|
La sua carriera non è stata tuttavia un esempio di fulgore; molte le cadute di stile, specialmente quando l'attore si è prestato ad interpretare ruoli di personaggi storici (Mussolini, Napoleone, Ponzio Pilato, Rasputin, Papa Giovanni) dando a questi uno spessore poco credibile visto la sua faccia cattiva o lo stesso in contrasto con la sua configurazione originale. Rod Steiger ha lavorato molto anche in Italia, nei generi più disparati e con registi affermati, ottenendo notevole successo e non soltanto commerciale. Lo ricordiamo sotto la regia di Sergio Leone (Giù la testa, 1962) e Francesco Rosi (Le mani sulla città, 1962 e Lucky Luciano, 1973); o con Francesco Maselli (Gli indifferenti, 1962), Ermanno Olmi (E venne un uomo, 1964), Pasquale Festa Campanile (La ragazza e il generale, 1967), Duccio Tessari (Gli eroi, 1973), Franco Zeffirelli (Gesù di Nazareth, 1977). L'addio ad una figura come quella di Rod Steiger lascia sicuramente un vuoto incolmabile nell'intera cinematografia mondiale.
|