CARNEFICE DI ME STESSO
Mine Own Executioner
*****

In crisi di coscienza per aver passato, sotto tortura, dei piani militari ai giapponesi, ex soldato si sottopone a sedute psicoterapeutiche, ma il medico, dal carattere esitante, anche lui affetto da nevrosi, non riesce a controllarlo. Il reduce, in un impeto di follia ammazza la moglie e in seguito si suicida. Lo psicologo finisce sotto processo, accusato di non aver saputo evitare la tragedia.
Dall'omonimo romanzo (1945), tradotto in italiano dalla Rizzoli nel 1948, del romanziere britannico Nigel Balchin, da lui stesso sceneggiato, thriller di produzione inglese ispirato alla psicanalisi, ingenerosamente trascurato nel contemporaneo (mai stampato in nessuna versione video), non all'altezza di Io ti salverò (1945), di Alfred Hitchcock, ma ugualmente efficace nel mostrare, ampiamente in anticipo sui tempi moderni, lo sviluppo della tecnica psicoanalitica. A tratti violento (nelle scene dei ricordi e in quella dello strangolamento), riesce ad imprimere notevole forza visiva attraverso le interpretazioni di un cast all'altezza (ottime prove di Burgess Meredith e Kieron Moore) e un impianto scenografico di significante atmosfera. Buona la direzione di Anthony Kimmins, capace nella scena clou, di saper adattare perfettamente lo sdoppiamento di personalità del reduce di guerra, il quale scambia la propria moglie per uno dei suoi aguzzini giapponesi, presenti nel campo di prigionia in Birmania. Da seguire la scena del tentativo di salvataggio, filmata da grande altezza. Buon successo all'uscita nelle sale, soprattutto straniere; nominato a Cannes come miglior film in rassegna. Rifatto nel 1959 con un tv-movie britannico dall'analogo titolo, non esportato all'estero.

comments powered by Disqus