
Il suo nome completo era John Marcellus Huston. Figlio d'arte; assimila gran parte del proprio sapere dal padre Walter, apprezzato caratterista e dalla madre, Rhea Gore, abile scrittrice che molto gli ha insegnato. Eclettico e anticonformista, più attore vaudeville che regista (almeno nei numeri), ha sempre concepito il cinema come semplice avventura, in una sfida contro se stesso e i suoi ideali riformatori. Il cinema hustoniano è l'archetipo per le nuove generazioni e sorge principalmente dalla capacità di creare situazioni impreviste e nel saper manipolare contemporaneamente una serie di storie e personaggi. Huston ha percorso praticamente tutti i generi filmici, conservando intatta nella sua mentalità la doppia variante azione-avventura, servendosi spesso di personaggi dal basso profilo etico e, soprattutto, riuscendo a definire in tutto tondo un tema essenziale e per lui imprescindibile nel film drammatico, quello della sconfitta, figlia della bramosia e dello smarrimento. Ma il suo disincanto di fronte la macchina da presa lo porta sovente ad immedesimarsi nella parte dello spettatore; da qui, sorge spontanea la sua natura istrionica, che spesso mette al servizio come svago per il pubblico, in forme esplicite che variano tra fantasia e incantesimo. Fine drammaturgo, amico di Ernst Hemingway, nel corso della carriera ha adattato per il cinema numerose opere letterarie prelevate da scritti di autori prestigiosi come Melville, Hammett, Kipling, Tennessee Williams. Termina la scuola superiore alla Smith School of Art di Los Angeles per dedicarsi alla carriera militare, servendo in cavalleria il rivoluzionario messicano Pancho Villa, per dedidicarsi poi al giornalismo, quindi alla boxe come pugile nella categoria medi-leggeri e infine alla pittura. Sul pugilato scrive un trattato ´American Mercury´ che non ha molto seguito, come la commedia ´Frankie e Johnny´. Incoraggiato dai genitori, continua a scrivere romanzi e piccole storie di personaggi da adattare come soggetti principali in varie opere sia cinematografiche che teatrali. Dopo un periodo di quasi anonimato, finalmente ottiene un contratto alla Warner Bros; perfeziona il suo stile e per tutti gli anni '30 è sceneggiatore di film di successo firmati da grandi registi come Wyler, Dieterle, Litvak, Walsh e Hawsk, La sposa della tempesta, Il sapore del delitto, La figlia del vento, Cime tempestose, Il conquistatore del Messico, Una pallottola per Roy, Il sergente York. Nel 1941 fa il suo esordio alla regia con il cult-movie Il mistero del falco, opera prima e massimo traguardo di tutta la carriera, ottenendo subito la nomination all'Oscar. Inizialmente è nel noir che riesce a perfezionare al meglio la sua ispirazione. Dopo Agguato ai tropici, film non molto esaltante, chiamato alle armi parte per il fronte bellico, dove dirige quattro documentari in presa diretta, "Report from the Aleutians", "Vittoria tunisina", "La battaglia di San Pietro" e "Let There Be Light". Torna in patria al termine del conflitto per realizzare un'altra opera di grande spessore, Il tesoro della Sierra Madre (dove appare in una sequenza iniziale e dirige suo padre Walter), film di successo a metà strada tra avventura e noir. Poi sulla scia del nero, mette in atto L'isola di corallo, Stanotte sorgerà il sole e, su tutti, nel 1950, Giungla d'asfalto. Negli anni '50, dopo aver superato alcuni problemi giudiziari con l'inquisizione macchartista, concretizza altri lavori di particolare incisività, come La regina d'Africa, Moulin Rouge e Moby Dick (questi ultimi due realizzati tenendo sotto controllo il Technicolor, con utilizzo di un basato sulla combinazione di colori tratti da dipinti di Toulouse-Lautrec), L'anima e la carne e Le radici del cielo. Gli anni sessanta sono caratterizzati da western, dramma e avventura; prima con Gli inesorabili e poi con Freud: passioni segrete, La notte dell'iguana, Gli spostati e Riflessi in un occhio d'oro. Nel periodo, prova il kolossal biblico; lui, da ateo convinto, realizza La Bibbia (dove appare da attore nel ruolo di un istrionico Noé), trattato che va dalla Genesi al sacrificio di Isacco. Gli anni '70 e '80, quelli della completa maturazione, sono dedicati a pellicole costruite su forme stravaganti ma sempre riconducibili a tematiche realistiche; è il caso di L'uomo dai sette capestri (geniale nell'irriverenza verso il western, genere più amato dagli americani), L'uomo che volle farsi re (da favola a dramma), L'onore dei Prizzi (una miscela tra comica e tragedia) e The Dead - Gente di Dublino (suo ultimo film). Nel 1988, prima di morire, era stato incluso nella produzione di Mr. North diretto dal figlio Danny. Sposato cinque volte con quattro divorzi: Dorothy Harvey, Lesley Black, Evelyn Keyes (un figlio, Tony), Ricki Soma (fino alla morte di lei e dalla quale ha avuto 2 figli: il regista Danny e la nota attrice Anjelica Huston) e Celeste Shane.
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