
Il suo vero nome era Albert Edward Walsh. Grande nome della regia classica americana; fautore, assieme a Ford, Hawks e Mann nell'iniziazione del western epico, quello dei grandi scenari raccontato attraverso storie di vita comune. Autentico mattatore del film avventuroso, in costume e del gangster-movie, costruisce il suo stile basandolo su schematismi semplici, dettati da forme senza eccessive pretese ma non per questo privi di fascino e maestria. Il suo punto di forza è nel ritmo, non solo visivo dettato da sequenze a misura, ma perpetrato attraverso una logica narrativa che ha un peso rilevante in ogni suo progetto. Il concentramento è spesso posto sulla relazione tra i personaggi piuttosto che nell'azione fine a se stessa, esaltando così, nella sontuosità dinamica, l'espressionismo etico e morale posto agli apici della propria potenza descrittiva. Regista di film memorabili, abile direttore d'interpreti, soprattutto donne, ma anche premuroso esecutore dei piani produttivi attinenti alle logiche dei budget, costruisce la sua lunga filmografia ricca di oltre 130 film, in esercizio all'inegualità dei generi che attraversa con straordinaria padronanza e ricchezza inventiva. Di origini irlandesi, artisticamente nasce attore teatrale, poi si presta a vari lavori come domatore di cavalli prima di affiancare Pancho Villa nella rivoluzione messicana. Il suo innato spirito avventuroso legato al senso di giustizia lo porteranno alle soglie di un progetto personale poi abbandonato: quello di trasferirsi in Germania per uccidere Hitler. Dopo gli studi presso la Seton Hall University nel South Orange vicino New York, si accosta al cinema e il regista D. W. Griffith (dal quale assoggetta elevata ascendenza) gli affida, forte dell'esperienza reale, una biografia sulla figura di Villa (The Life of General Villa, 1914) e l'anno successivo lo assume come direttore della seconda unità per il kolossal Nascita di una nazione (1915) dove vi partecipa anche da attore, ruolo che continuerà ad occupare fino al 1930, quando a seguito di un incidente durante le riprese de Il grande sentiero, perde l'occhio destro. Dopo aver filmato una serie di lungo e mediometraggi, dal 1916 al 1930 firma un accordo con la Fox e dirige film-muti di indiscutibile fascino come Il ladro di Bagdad (1924), Il figliol prodigo (1925), Gloria (1926), Gli amori di Carmen (1927), Notte di tradimento (1928) fino ad arrivare al già citato, monumentale, Il grande sentiero, tra le prime opere sonore da lui dirette. Esaurito il rapporto con la Fox, dopo una breve durata vissuta autonomamente, passa alla Warner Bros, per affrontare il periodo più prolifico della carriera. Firma un lungo contratto (1939-1953) che lo vede artefice di prodotti che svariano in ogni genere e, nel periodo, è interventista in film diretti da altri registi, dove rimedia situazioni compromesse. Dalla fine anni ´30 a tutto il decennio successivo gira film di alto tasso stilistico molto vicini alla soglia del capolavoro. Con I ruggenti anni venti (1939) propone il genere poliziesco per poi passare al noir classico attraverso Strada maestra (1940), Una pallottola per Roy (1941) e su tutti, il suo massimo, rappresentato da La furia umana (1949). Ma nel periodo è attivissimo nel genere a lui più congeniale: il western; gira pellicole di ottima fattura partendo da La belva umana (1940) per finire con Gli amanti della città sepolta (1949) e, nel mezzo, La storia del generale Custer, Notte senza fine, Notte di bivacco, Sul fiume d'argento. Attivo anche nel war-movie, come dimostrano L'avventura impossibile (1942) e Obiettivo Burma (1945). Negli anni ´50 l'avventura costituisce un altro pezzo forte della sua filmografia; dirige Le avventure del capitano Orazio Hornblower (1951) e nello stesso anno il wester epico Tamburi lontani. Poi, è la volta di Il mondo nelle mie braccia e Il pirata barbanera, entrambi del 1952, ugualmente sottolineati da una verve ironica. Firma Gli implacabili (1955) robusto western sul tema del razzismo e in seguito Un re per quattro regine (1956) e La banda degli angeli (1957). Esaurita ogni fonte inventiva, negli anni '60 si rifugia in lavori di routine come il kolossal storico Esther e il Re (1960) e Far West (1964), suo ultimo film. Sposato all'attrice Miriam Cooper (due figli adottati).
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