Premi: Nomination all'Oscar (Film - Regia - Attrice: Glenn Close - Attrice non protagonista: Anne Archer - Sceneggiatura - Montaggio)
Regia: Adrian Lyne
Cast: Michael Douglas,
Glenn Close,
Anne Archer,
Ellen Hamilton Latzen,
Stuart Pankin,
Ellen Foley,
Fred Gwynne
Sceneggiatura: James Dearden,
Nicholas Meyer (da una sceneggiatura preesistente di James Dearden)
Fotografia: Howard Atherton
Musica: Maurice Jarre
Dopo un'avventura a base di sesso-fuoco con avvenente editrice completamente folle, avvocato torna alla sua famiglia che ama. Ma lei, ossessionata, sentendosi scaricata, decide di averlo solo per se e con ogni mezzo.
Abilissimo disegnatore di personaggi e situazioni, Adrian Lyne si concede per un prodotto commerciale di non eccelso profilo, tuttavia interessante per tensione narrativa sempre in crescendo. Il film regge nella prima parte, quella ´normale´, dove le varie fasi (approccio, sesso, dialoghi) e, soprattutto ambientazione, sono capaci di sprigionare un certo fascino nascosto. Poi il film, pur con un montaggio serrato e avvincente, assume le connotazioni del dramma familiare, carnoso e vituperante. Glenn Close è magistrale nella sua interpretazione di donna isterica capace di tutto. Michael Douglas, consacrato sex symbol dell'anno, fa il macho, si cala le braghe, strappa reggiseno e mutandine, poi si affloscia e chiede aiuto. Dramma-thriller con finale horror imposto dalla Paramount, che poco piacque a Adrian Lyne e soprattutto alle due attrici. Scritto da James Dearden e tratto da una sua sceneggiatura preesistente scritta per il mediometraggio Diversion del 1979.
Lo scandalo
È tra i più famosi film scandalo degli anni '80. Prevalentemente additato come film reazionario e maschilista. In molti lo accusarono di ribaltare i consolidati valori familiari evidenziati da forme disoneste, dove l'adulterio è considerato alla stessa stregua della fedeltà. Ma altre correnti di pensiero videro nel film un invito a tornare ai valori familiari dopo il lungo periodo segnato dal femminismo e l'amore libero. Due le scene che creano scalpore: il rapporto sessuale all'interno di un montacarichi e l'harakiri finale. Entrambe, passarono indenni il vaglio della censura.