Cast: Justin Whalin,
Perrey Reeves,
Jeremy Sylvers,
Travis Fine,
Dean Jacobson
Sceneggiatura: Don Mancini (da personaggi antecedenti creati da Don Mancini)
Fotografia: John R. Leonetti
Musica: John D'Andrea,
Cory Lerios
Bambolotto si anima e con intenzioni cattivissime penetra in un'accademia militare, dove è presente una recluta, già tormentato otto anni prima da un suo simile.
Terzo della serie (inedito in Italia) dei 5 finora realizzati dal soggetto di Don Mancini. Il peggiore. Splatter con l'acceleratore, diretto da un regista inqualificabile e sorretto da una storia che transita tra fantasia carnosa, comica involontaria, stupidità pregressa. Fiasco totale al botteghino. Seguito da La bambola assassina 4: La sposa di Chucky (1998) e La bambola assassina 5: Il figlio di Chucky (2004).
Lo scandalo
Lo scalpore deriva da un evento di cronaca nera che la stampa collegò al film, tacciandolo di veicolo ad emulazione verso i minori. A Liverpool, nel 1993, due ragazzini di 10 anni, Robert Thompson e Jon Venables, sequestrarono e uccisero un bimbo di 2 anni, James Bulger, cospargendolo di vernice blu, proprio come in una scena del film, dopo avergli fracassato il cranio con un numero imprecisato di bastonate, prima ancora della tortura ai genitali. Arrestati e condannati a 10 anni di galera in un carcere minorile, nel 2001 furono rimessi in libertà sotto falso nome, con obbligo di non incontrarsi mai più, con aggiunta del "placet a vita" che prevede arresto immediato per qualsiasi tipo di reato, anche minore. Il padre di Jon Venables, aveva noleggiato la videocassetta de La bambola assassina 3 un mese prima dell'omicidio; così gran parte dei media, con la crociata del magazine Sun in testa, stabilì la connessione tra l'assassinio e la visione del film. Il nesso tra i due eventi non fu mai accertato e neppure provato; sta di fatto, il film non fu distribuito in molte nazioni, Italia inclusa, assegnato solo attraverso il mercato dell'home-video, neppure sottotitolato.