Moglie di un medico parigino, per trovare sbocco alla sua condizione di donna assillata da turbe masochiste e voglie sessuali sfrenate, decide, senza alcun bisogno economico, di prostituirsi per tre ore al giorno nel primo pomeriggio.
È il solo successo internazionale di Luis Buñuel di tutta la sua carriera e il film che ha consacrato splendore e capacità di Catherine Deneuve, autentica bellezza di Francia. Tratto dall'omonimo romanzo di Joseph Kessel, scritto nel 1929, è un film di spessore surreale, tacitamente anarchico, completo dei modelli ideologici del regista spagnolo, dettati in forme che toccano fede, onirismo, capacità di adattamento, rassegnazione, psicosi multipla, perversione; tutto delineato con raffinatezza e suggellato con vero gusto dell'ironia. Splendide musiche di Michel Magne.

Lo scandalo
Lo scandalo fu enorme, principalmente sollevato dal CCC (Centro Cattolico Cinematografico) che prese posizione in maniera durissima, attraverso un comunicato che, tra l'altro, recitava: "…L'elemento sadomaso, onnipresente in tutti i film di Luis Buñuel, qui tocca particolare evidenza poiché costruito sulle aberranti esperienze erotiche di una ninfomane. Non è un film, ma una vera e propria antologia della perversione sessuale…". La censura intervenne con il divieto ai minori di 18 anni e con una serie di tagli, per un totale di 4 minuti, in sei scene da loro considerate esecrabili: 1) la protagonista, bambina, è trascinata a terra dai vetturini 2) la piccola rifiuta di fare la Prima Comunione 3) da adulta, attraversa il castello del Duca con addosso soltanto un velo nero 4) la Messa in una cappella privata, dove lei è distesa in una bara 5) la protagonista sale le scale del bordello decisa a prostituirsi 6) l'escremento gettato addosso alla Deneuve. Almeno cinque di queste sequenze, inaccettabili.

Clamore dello scandalo:  

(Minimo: Medio: Massimo: )