Cast: Nicolas Bro,
David Dencik,
Claus Flygare,
Michael Grønnemose,
Hanne Hedelund,
Anders Heinrichsen
Sceneggiatura: Nicolo Donato, Rasmus Birch
Fotografia: Laust Trier-Mørch
Musica: Simon Brenting, Jesper Mechlenburg
Giovane danese lascia l'esercito e si aggrega ad un gruppo neonazista. Coinvolto in pestaggi, squadrismi e raid punitivi contro omosessuali e minoranze etniche, si trova improvvisamente a disagio e per questo è preso tra le ali protettive dell'ideologo. Ben presto, tra i due nasce una travolgente quanto inaspettata storia d'amore.
Opera prima del regista italo-danese Nicolo Donato, autore anche della sceneggiatura, ispirata a ´Männer, Helden, schwule Nazis´ (2005), documentario tedesco di Rosa Von Praunheim. Presentato in concorso al Festival di Roma, con titolo inglese a riferimento del gruppo xenofobo (Fratellanza), è un film che sfiora e neppure approfondisce problematiche inerenti all'intolleranza razziale e nemmeno quelle a riferimento del fenomeno naziskin, roccaforte nel nord europeo, ma filtra le due tematiche a misura di una storia d'amore gay, impiantata all'interno di una compagine omofoba e frustrata, quindi al limite della pericolosità. Il sunto è concettualmente compresso nella teoria, mai dimostrata nella pratica, secondo la quale un minimo della componente omosessuale è presente in tutti gli uomini e donne eterosessuali; e il regista, per dimostrare il teorema, non bada a mezzi termini e punta direttamente sulle figure forti, quelle apparentemente insospettabili. Violento nella rappresentazione, rigido nel suo stile iperrealista, smonta il concetto dell'uomo virile, ma lo fa in corsa col tempo e attraverso una precipitosa disanima melodrammatica distinta in forme asettiche tendenti al tormento morale, dettato da passioni rese impossibili nella scelta tra credo dottrinale e impulso affettivo di due uomini, vittime e allo stesso tempo giustizieri delle identiche brutali ideologie.
Lo scandalo
Atteso come film scandalo dell'anno, uscito nelle sale italiane con un anno di ritardo e fuori dai circuiti delle multisale, ha ricevuto velati consensi in numero superiore alle critiche, comunque presenti in giudizi arcigni, prevalentemente dettati dall'insostenibilità visiva presente nella violenza fisica e mentale, per la tortura psicologica e per la materia sessuale intercorsa tra i due protagonisti, non esplicitamente espressa ma comunque rappresentata in forme impudiche attraverso nudi totali del protagonista.