Cast: Sacha Baron Cohen,
Gustaf Hammarsten,
Clifford Bañagale,
Sceneggiatura: Sacha Baron Cohen,
Anthony Hines,
Dan Mazer,
Jeff Schaffer, Josh Meyers
(dal soggetto di Sacha Baron Cohen,
Peter Baynham,
Anthony Hines,
Dan Mazer)
Fotografia: Anthony Hardwick
Wolfgang Held
Musica: Erran Baron Cohen
Cacciato da un'emittente televisiva austriaca, Bruno (con la dieresi), anchorman gay dichiarato, decide di trasferirsi negli USA a caccia di una celebrità che superi quella di Adolf Hitler.
Dopo il parziale successo di Borat, il duo Larry Charles-Sacha Baron Cohen ci riprova con questa commedia in bilico tra il grottesco e il demenziale. Risultato fiacco se non pessimo, che tradisce il senso buono della parodia in virtù di una rappresentazione barcamenata tra osceno e volgare, con robuste proposizioni di linguaggio pesante e scurrile. Secondo il vangelo di Cohen non esistono altre vie; il solo mezzo per far ridere è insito nella sconcezza verbale. La mancanza di idee è sostituita dalla trivialità, in un film di metraggio televisivo che tenta di sbugiardare l'ipocrisia e la paura del diverso che, a loro dire, nutrono l'animo di coloro che confidano di essere normali. Non è soltanto un'offesa generalista, ma un involontario oltraggio al mondo gay, portato alla berlina da enunciazioni sconce, incessanti battutacce, gag di insopportabile menefreghismo. La sola riflessione che viene spontanea è nel capire per quale motivo gli imbecilli arrivino così repentinamente al successo; argomento per eminenti sociologi.
Lo scandalo
Il film non ha destato l'atteso scalpore, se non quello riconoscibile nelle solite avvezioni formulate da immagini oscene di uomini nudi, linguaggio periferico, offese gratuite che coinvolgono gaysmo, antisemitismo, religione, dottrine filosofiche e teologiche, con esplicite allusioni a conflitti medio-orientali e riscaldamento terrestre. Classificato R negli USA e giustamente vietato in tutto il mondo. La produzione ha pensato bene di eliminare la scena a riguardo dell'intervista alla sorella di Michael Jackson, irriguardosa e veramente offensiva alla memoria della celebre rockstar.