Durata: 1 ora e 53 minuti (Vers. orig: 1 ora e 58 minuti)
Divieto: Minori di 14 anni (Divieto inziale: minori di 18 anni)
Premi: Nomination all´Oscar (Musica)
Regia: Sam Peckinpah
Cast: Dustin Hoffman,
Susan George,
Peter Vaughan,
T.P. McKenna,
Del Henney,
Jim Norton,
Donald Webster,
Ken Hutchison, Colin Welland
Sceneggiatura: Sam Peckinpah, David Zelag Goodman (dal romanzo di Gordon Williams)
Fotografia: John Coquillon
Musica: Jerry Fielding
Mite e intellettuale matematico americano, decide di trasferirsi con la moglie in una cittadina rurale dell'Inghilterra. Qui, entra in contatto con una banda di giovani teppisti, che prima gli violentano la moglie e poi tentano di occupare la sua proprietà. Per difendersi si arma e, in una escalation di violenza, grazie all'astuzia, si propone al massacro.
Prima regia non-western di Sam Peckinpah, per un film ugualmente improntato in chiave moderna al proprio concetto pessimista, sempre impresso nell'apologia della violenza finalizzata in un mondo privo di umanità, regolato dalla legge del più forte. Teso ed esasperato, trasforma l'uomo in bestia, ma appare ideologicamente compresso da uno stile di rappresentazione più basato da virgulti teorici innalzati all'eccesso, che non da forme consone e assimilabili a situazioni di realtà oggettiva. La costruzione narrativa è comunque eccellente, con uno splendido finale, logicamente violento e ricco di tensione. Dustin Hoffman grandioso.
Lo scandalo
Uscito nelle sale 29 giorni dopo Arancia meccanica e nello stesso anno de I diavoli, è considerato, assieme ai film di Stanley Kubrick e Ken Russell, l'evento-scandalo inglese più famoso della storia del cinema. Massacrato dalla critica che non tardò a lanciare strali contro il regista, accusato di proporre una visione sprezzante e amorale del mondo, attraverso l'esaltazione della forza come norma per l'attuazione assoluta delle relazioni sociali e di usare i mezzi più facili per dar sfogo al suo istinto fascista e reazionario. Anche le femministe si scagliarono contro, per l'indeterminatezza con cui aveva rappresentato lo stupro della moglie del protagonista, la quale, a loro dire, nella scena incriminata provava piacere dall'aggressione subita. L'altra sequenza incriminata è quella finale, inscenata in un rapido susseguire di immagini violentissime. Vietato ai minori di 18 anni in quasi tutti i paesi del mondo; negli USA, classificato R, la censura intervenne con tagli di 5 minuti alle due scene incolpate, in Inghilterra il film fu sequestrato e messo al bando per 30 anni, compresa la futura versione in videocassetta, finita ugualmente nel mirino, dal 1984 al 2002, dopo l'apposita emanazione di una legge che proibiva la diffusione video senza il visto della censura. In Italia, considerato immorale, sadico e fascista, accusato di misoginia, elogio alla violenza, esaltazione della stessa nel diritto alla difesa personale e della proprietà privata; anche qui inizialmente vietato ai 18, poi abbassato ai 14 nel 1999. Dustin Hoffman, coinvolto solo velatamente dallo scandalo, dichiarò, come in seguito Sam Peckinpah, di aver fatto questo film soltanto per guadagnare denaro, senza alcun fine idealista.