Titolo originale:
The Da Vinci Code

Anno:
2006

Nazionalitΰ:
USA

Produzione:
Columbia Pictures

Genere:
Thriller

Durata:
2 ora e 29 minuti (Durata orig: 2 ore e 54 minuti)

Divieto:
Film per tutti

Premi:
Golden Globes Nomination
(Musica)
Ron Howard   
title screen

Regia:
Ron Howard

Cast:
Tom Hanks, Audrey Tautou, Ian McKellen, Jean Reno, Paul Bettany, Alfred Molina, Jürgen Prochnow

Sceneggiatura:
Akiva Goldsman
(dal romanzo di Dan Brown)

Fotografia:
Salvatore Totino

Musica:
Hans Zimmer


A Parigi, responsabile delle opere d'arte del Louvre è assassinato in piena notte. Esperto di simbologia s'incarica di far luce su un delitto che lascia dietro di se indizi e formule di riferimento mistico.
Sulla scia del best-seller di Dan Brown, ex professore d'inglese e pianista fallito, la classica americanata, molto attesa e pubblicizzata, piena zeppa di amenità, costruita a puntino col solo intessesse di creare scalpore e ricavare quattrini. Un business coi fiocchi, confezionato a mestiere sull'ignoranza attiva della gente, ormai incapace di distinguere (da sola e senza imboccature esterne) quale sia la realtà e ciò che rappresenta la finzione. In questo calderone di frottole strampalate emerge un brutto film, che non riesce neppure a rientrare in un genere appropriato; si presenta travestito da thriller con richiami storici in sembianze fantasy apparentate da lugubri scenari antidogmatici, naturalmente rivolti contro il cattolicesimo e tutti coloro che lo professano. È difficile giudicare qualcosa che non esiste e il film di Howard rientra in una logica cinematograficamente confusa, privo d'identità e riferimenti di base accettabili. Il lavoro si muove attraverso espressioni concettuali, si priva di attinenze e soprattutto non ha il supporto di prove reali per ciò che testardamente cerca di dimostrare. Non è tanto la messa in dubbio sull'effettiva realtà storica tramandata dai Vangeli come il presunto matrimonio tra Cristo e Maria Maddalena (Scorsese ci provò ugualmente, ma con tatto, in L'ultima tentazione di Cristo del 1988), ma la maniera con la quale è rappresentata un'ideologia personale e velenosa, arrogante e senza rispetto, che avanza disordinatamente per centrare il suo unico e vero obiettivo: la progressiva demolizione del credo cattolico. Tutto è campato per aria in onore e gloria di un agnosticismo galoppante, che poi è figlio dell'insicurezza sociale contemporanea. Sul lato prettamente tecnico il film appare artificioso, imperniato sull'occulto con attori grotteschi (ad eccezione di Ian McKellen), solite scene ad effetto, pathos zero intervallato da sferzatine ironiche che fanno quasi rabbrividire. Resta il dubbio amletico che ormai tutti si chiedono: questo Dan Brown, avrebbe mai avuto il coraggio di umiliare un credo religioso diverso dal cattolicesimo? Probabilmente no, perchè offendere il cristianesimo è molto facile e soprattutto ´sicuro´; farlo su altre religioni, per lo più fondamentaliste, diventa un problema, soprattutto per l'autore, poiché metterebbe di colpo a rischio le proprie chiappe e non solo. Razzie Award (premio alla peggiore regia dell'anno) per Ron Howard che nel 2009 si ripropone con il sequel (o prequel) Angeli & Demoni. Record in Italia con 190 copie distribuite, alla faccia del cinema d'autore.



Lo scandalo
Il film naturalmente suscitò le ire di diversi gruppi cattolici con in testa l'Opus Dei e tutta l'ala conservatrice cristiana che impose il boicottaggio, special modo durante le riprese del film. Persino la Chiesa Sinodale rimase offesa e attraverso forti pressioni chiese di modificare la maniera in cui il film li ritratta. Il Vaticano, attraverso una nota della sala stampa commentò il film come "…pieno di calunnie, offese, colmo di errori teologici e inesattezze storiche…"; il Papa lo definì "…profondamente aberrante…" e ne reclamò il divieto globale. Calpestato dalla critica mondiale; Variety, la più autorevole rivista sul cinema, lo ha liquidato con quattro termini: "…noioso, sinistro, fiacco e pesante…", fischiato nell'anteprima a Cannes, boicottato da Pakistan, India e Filippine che ne hanno vietato la programmazione nei propri stati e, sorprendentemente, bandito in tutto il mondo islamico. Commenti non lusinghieri anche da nazioni fuori dal ´giro che conta´, quali Thailandia ("…Dan Brown, il nuovo Hitler…"), Perù ("…film terrorista…"), Egitto ("…blasfemo…"), Nova Guinea ("…trattato che mina le fondamenta del cristianesimo…"). Tom Hanks tacciato come "…attore che si diverte ad andare a caccia di sciocchezze…" fu costretto ad assumere delle guardie del corpo per proteggere se stesso e la sua famiglia. Vietato in diversi paesi ma non in Italia, visione libera per tutti, ad eccezione della diffusione televisiva, questa ristretta ai maggiori di 18 anni (incongruenza tipicamente italiana). Le scene tagliate non sono da attribuire alla censura ma alla produzione, che accorciò il film di 24 minuti, altrimenti esageratamente lungo. Dan Brown fu processato per plagio su denuncia di due storici, Michael Baigent e Richard Leigh, che lo accusaroro di aver pesantemente attinto dal loro libro ´'The Holy Blood and the Holy Grail´ pubblicato nel 1982; prosciolto per insufficenza di prove.

Clamore dello scandalo:  

(Minimo: Medio: Massimo: )






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original poster
(Video Clip)
Original Track Music

(1.00)


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