Premi: Nomination all'Oscar (Miglior film straniero)
Regia: Carlos Carrera
Cast: Gael García Bernal,
Ana Claudia Talancón,
Sancho Gracia,
Angélica Aragón,
Luisa Huertas,
Ernesto Gómez Cruz, Damián Alcázar
Sceneggiatura: Vicente Leñero (dal romanzo di Eça de Queirós)
Fotografia: Guillermo Granillo
Musica: Rosino Serrano
Prete ventiquattrenne di una basilica messicana, dopo aver scoperto intrighi che legano la Chiesa a traffici di droga, entra in conflitto con il proprio superiore e, allo stesso tempo, stringe una relazione sentimentale con una bella parrocchiana.
Impropriamente traslato al contemporaneo dall'omonimo romanzo vecchio di un secolo e mezzo, il film è un'aperta denuncia contro il ceto cattolico, reo di mischiare la fede col profitto e di opprimere la naturale attrazione dell'uomo verso la donna. Si destreggia tra una storia d'amore sbrindellata e associazioni di malaffare inerenti le alte gerarchie ecclesiastiche. Massiccio nel suo impeto anticlericale, pur interessante nel tema di fondo, risulta piatto nella costruzione narrativa, zeppa di convenzioni, priva di fantasia e sciorinata attraverso un taglio semitelevisivo degno di un raccontino a puntate. Lambisce argomentazioni degne di attenzione senza approfondire le materie, lasciate all'ombra dell'inquietudine addotta nell'eterno conflitto tra spirito e corpo, convinzione della fede e ragione materiale, tormento dei sensi e obbligo dell'ubbidienza. Successo in tutto il continente latinoamericano, Spagna e USA; tiepidamente accolto in Europa, ha stabilito il record d'incasso del cinema messicano di ogni tempo.
Lo scandalo
Gruppi cattolici messicani accusarono il film, oltre che di blasfemia e vilipendio alla religione, di aver usato mezzi illeciti per la feroce diffamazione sul ritratto negativo dei sacerdoti; e la Chiesa locale minacciò di scomunica coloro che avessero assistito alla proiezione. Nello scandalo, è identificato il sacrilego nelle sequenze di approccio e consumazione del sesso e in due scene: 1) il sacerdote paga un aborto clandestino 2) lo stesso prete somministra ostie consacrate a un gatto malato. Inoltre, destò enorme scalpore l'idealismo sessuale associato al Cantico dei Cantici, nella misura dove i seni della donna rappresentano la massima bellezza figurativa. Finite nelle mire accusatorie anche due frasi, ritenute smisuratamente oltraggiose: "…la sensualità non è peccato…" e "…sei più bella della Beata Vergine…"