Cast: Natja Brunckhorst,
Thomas Haustein,
Jens Kuphal,
Rainer Woelk,
Jan Georg Effler,
Christiane Reichelt
Sceneggiatura: Uli Edel, Herman Weigel (dal testo di Kai Hermann e Horst Rieck)
Fotografia: Jürgen Jürges, Justus Pankau
Musica: Jürgen Knieper
Nella Berlino anni '70, quattordicenne, legata a un compagno poco più grande di lei, è da quest'ultimo trascinata nel vortice dell'eroina. Dopo esperienze terrificanti riesce ad uscire dal tunnel dell'orrore, non prima di aver perso per overdose il suo ragazzo e quasi tutti i suoi amici.
Tratto dal bestseller internazionale ´Wir Kinder vom Bahnhof Zoo´, tradotto in Italia con il titolo ´Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino´, lunga intervista di Kai Hermann e Horst Rieck a Christiane Vera Felscherinow, a 13 anni accusata e condannata in Germania per uso e spaccio di sostanze stupefacenti, Uli Edel realizza un eccellente film inchiesta, realistico, propriamente europeo, nella disposizione cruda ed essenziale, privo di fronzoli e situazioni correlate. Documento di estremo rigore sul fenomeno giovanile allacciato alla sottocultura adolescenziale e all'uso della droga, che tra la fine degli anni '70 e tutto il decennio successivo stroncò la vita di migliaia di ragazzi in tutto il mondo. L'atmosfera ombrosa fa da cornice al decadimento progressivo di qualsiasi valore morale e la sintesi narrativa non concede sconti a un ambiente devastato dal comune senso di appartenenza. Cast composto da attori non professionisti, tutti minorenni, presenti solo dopo l'autorizzazione concessa dai rispettivi genitori; nessuno di questi ha mai più lavorato in un film e la sola attrice professionista è Natja Brunckhorst, protagonista della pellicole, che da qui ha costruito una propria carriera organizzata tra alti e bassi, con presenza l'anno successivo in un altro film scandalo, Querelle di Rehiner Fassbinder.
Lo scandalo
Lo scandalo, ingiustificato, ebbe modo di affiorare per la controversa disamina di un fenomeno che al tempo si preferiva evitare e per le scene raccapriccianti ripetutamente proposte in un tangibile disegno realistico. Lo scalpore più eclatante derivò da alcune sequenze considerate scioccanti per chi assiste alla visione, quali: l'iniettare la droga con visibile presenza di sangue, l'astinenza prolungata all'interno dell'appartamento, evidenti conati di vomito, la fustigazione inflitta dalla ragazza a un masochista all'interno di un bagno della stazione. Proteste di alcune associazioni gay per la maniera in cui è raffigurato l'ambiente omosessuale, distinto soltanto dalla perversione e attraverso il simbolo della prostituzione maschile minorile. Nella versione video, molte scene furono tagliate dalla censura, per un totale di circa 7 minuti. Semplicemente ridicola la classificazione assegnata dall'Inghilterra, con rating X (film pornografico).