Sceneggiatura: Marco Ferreri, Rafael Azcona (dal soggetto di Marco Ferreri e Rafael Azcona)
Fotografia: Aldo Tonti
Musica: Teo Usuelli
Vagabondo che vive di espedienti incontra una donna di servizio completamente ricoperta di peli a modello di scimmia. La sposa con l'intento di far quattrini mostrandola come fenomeno da circo, ma poi se ne innamora. Quando lei muore di parto assieme al bambino, lui decide di imbalsamarli per continuare la mostra itinerante.
Ispirato a una storia vera, Marco Ferreri dispone il film sul quotidiano familiare visto da un'angolazione grottesca, volutamente sgradevole, metaforicamente espresso con accenti sferzanti e contestatori a riguardo di una società cupida e traviata. Accentua i toni sulla diversità, distingue il ´normale´ (la donna scimmia) dagli ´anormali´ (coloro che pensano di essere sani) e mostra in pieno tutte le convenzioni di un Italia dominata dal bigottismo e dal falso credo sociale. Da molti associato a La strada di Federico Fellini o, anche, influenzato da rimembranze di bunueliana memoria. La coppia Tognazzi- Girardot funziona a meraviglia. Tra i tanti siparietti, da ricordare la splendida sequenza della Girardot che si esibisce nello strip-tease parigino. Carlo Ponti, per l'edizione internazionale, impose un finale a tinte liete, nel quale la donna da alla luce il bimbo, perde tutti i peli, diventa bella e costringe il marito a trovare un lavoro onesto; a differenza del plot italiano, amaro, che vede la donna morire di parto assieme al bambino.
Lo scandalo
Inizialmente non capito, quindi rifiutato dal pubblico per la fastidiosa messa in scena, per la disturbante proposizione della donna (da sempre abituata ad ammirarla per le sue curve) e per l'inciso di vari temi come eugenetica e aborto, non comuni nel periodo, il film andò incontro a grossi problemi con la censura, che impose il divieto ai minori di 14 anni e costrinse la produzione a renderlo monco dell'intero finale, con soppressione totale di una sequenza lunga 8 minuti a riguardo dell'imbalsamazione e del giro fieristico con i due corpi; questo fu il motivo principale che spinse Carlo Ponti ad introdurre il doppio finale per l'edizione estera.