Titolo originale:
Fahrenheit 9/11

Anno:
2004

Nazionalità:
USA

Produzione:
Fellowship Adventure Group/Dog Eat Dog Films

Genere:
Documentario

Durata:
1 ora 55 minuti (Durata orig.: 2 ore e 2 minuti)

Divieto:
Minori di 16 anni

Premi:
Festival di Cannes
(Michael Moore: nomination Palma d'Oro e Premio Fipresci)
Premio César
(Nomination miglior film straniero)
Michael Moore   
title screen

Regia:
Michael Moore

Sceneggiatura:
Michael Moore

Fotografia:
Mike Desjarlais, Kirsten Johnson, William Rexer

Musica:
Jeff Gibbs


Documentario a tesi personale di Michael Moore, regista e nemico dichiarato di George W. Bush, dell'area repubblicana e del conservatorismo USA. Un attestato di parte colmo di inesattezze storiche, gonfiate all'eccesso nello stile di chi vuol a tutti i costi revisionare la storia attraverso il proprio credo ideologico. Il risalto è espresso nei legami tra la famiglia Bush e quella dei Bin Laden, nell'intreccio politico economico tra America e paesi arabi, negli accordi sottobosco delle varie lobby finanziarie. Il perno è l'attentato dell'11 Settembre, usato dall'amministrazione come pretesto per l'invasione all'Iraq di Saddam Hussein. Utilizza materiale di archivio e filmati realizzati dallo stesso Moore, con circa 10 minuti di girato, in riferimento all'attentato delle Twin Towers, a modello di film recitato. Complessivamente paradossale, impiega forme ironiche per meglio compiacere la stucchevole espressione requisitoria. Ha stabilito il record d'incasso per un documentario, con circa 120 milioni di dollari. Tra i tanti riconoscimenti limitrofi, ad eccezione del Festival di Cannes e del francese César, ha vinto anche quattro Razzies Award, premi attribuiti alle peggiori performance dei settori individuali.



Lo scandalo
È il primo film americano in accusa diretta verso la Casa Bianca, il Presidente in carica e tutta la sua amministrazione. Di conseguenza, lo scandalo che ne seguì, fu a dir poco inevitabile. L'accusa principale rivolta al regista, è nelle insinuazione senza prove, violente e feroci, nei confronti di George W. Bush, per la sua gestione della crisi del terrorismo e dei suoi presunti collegamenti alla famiglia di Bin Laden, leader di Al-Qaeda e di aver usato il documentario come fine di propaganda politica nel bel mezzo della campagna elettorale. Inoltre, il film fu accusato di destabilizzare la libera opinione attraverso la proposizione di scene raccapriccianti ripetutamente offerte e inserite con il preciso scopo di far presa sull'opinione pubblica. Il cronista Christopher Hitchens, il giudice Dave Kopel e l'ex sindaco di New York Ed Koch, democratico, pubblicarono distinti memoriali dove sono indicizzati falsi storici e un interminabile elenco di inesattezze presenti nel film. L'iniziale casa di produzione, Walt Disney Production, rifiutò di distribuirlo con il suo marchio e per oltre un anno il film fu bloccato, a seguito di proteste e minacce provenienti dalle aree di destra. Presumibilmente, la Disney prese tale posizione per il pericolo dell'annullamento degli sgravi fiscali in Florida, sito dei suoi parchi a tema e dove il fratello del presidente, Jeb Bush, era in quel momento governatore. La distribuzione passò alla controllata Miramax, la quale, in collaborazione alla Lions Gate e alla IFC, fece uscire il film dopo eliminazione dal montaggio di 7 minuti di sequenze a riguardo di sequenze violente, con notevole alleggerimento per la scena dove i corpi carbonizzati dei soldati americani, dopo un attacco a una jeep, sono appesi da parte di cittadini iracheni, i quali non contenti, picchiano selvaggiamente i superstiti dell'attentato. Lo scrittore Ray Bradbury, autore del romanzo ´Fahrenheit 451´, poi tradotto anche in film, chiese al regista di scusarsi pubblicamente per aver usato il suo titolo dopo averlo distorto; ma Moore preferì il silenzio. Lo stesso regista, tre anni dopo, rifiutò l'intervista a due giornalisti canadesi, Debbie Melnyk e Rick Caine, autori del contro-documentario Manufacturing Dissent (2007), dove emergono, in maniera chiara e comprovata, l'uso di manipolazioni e falsificazioni sfruttate da Moore per il suo film.

Clamore dello scandalo:  

(Minimo: Medio: Massimo: )






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original poster
(Video Clip)
Original Track Music

(1.00)


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