Premi: Nomination all'Oscar (Danny Aiello: attore non protagonista - Sceneggiatura) Festival di Cannes (Spike Lee: nomination alla Palma d'Oro)
Regia: Spike Lee
Cast: Ossie Davis,
Danny Aiello,
Giancarlo Esposito,
Richard Edson,
Samuel L. Jackson,
Spike Lee,
Ruby Dee,
Bill Nunn,
John Turturro
Sceneggiatura: Spike Lee
Fotografia: Ernest Dickerson
Musica: Bill Lee, Terence Blanchard
Fatti e vicende di un giorno di vita a Bedford-Stuyvesant, sobborgo multietnico di Brooklyn. Quando tutto fa presagire la pacifica convivenza, improvvisamente, causa l'opprimente calura estiva, una pizzeria gestita da italiani diviene fonte di scatenante violenza tra i frequentatori del posto, che ben presto si allarga all'intero quartiere.
Tra disincanto e drammaturgia fittizia, Spike Lee, alla sua terza regia, firma un film apparentemente duro, allacciato alle tematiche razziali, senza speranza, qua e la incline alla commedia, privo di trattato populista ma comunque legato a materie sociali. La storia appare inesistente, così pure i personaggi, tutti fortemente stereotipizzati, accalcati in una dimensione tridimensionale eretta a sostegno di goliardia repressa e voglie di rivincita. Il regista si allaccia a citazioni e getta nel calderone tutta la schiuma del regresso, distinta in violenza, droga, linguaggio pesante, nella mite speranza di far apparire il film come autentico capitolato sul sottoborgo razziale.
Lo scandalo
Accolto pesantemente dalla critica americana, solo in parte da quella europea, che tacciò il film filo-comunista, irresponsabile, propagandistico e fomentatore di rivolte e disordini all'interno della società afro-americana. La canzone di testa "Fight the Power" fu accusata di contenere testo anti-ebraico, come da stessa ammissione di Prof. Griff, componente della band Public Emeny. Presi di mira anche i titoli di coda, dove un personaggio sollecita gli spettatori ad iscriversi alle liste elettorali, con lo scopo di far perdere le elezioni al candidato sindaco di New York Ed Koch. Classificato con rating R-17 per le continue proposizioni di scene violente, nudità, uso di droghe, alcolismo, linguaggio pesante (il termine ´cazzo´ è ripetuto nel film 246 volte; ´negro´ 822) e dialoghi aderenti alla sfera sessuale.