Giovane uccide accidentalmente un uomo che ricattava la sua fidanzata, ma del delitto è incolpato un alcolizzato che tuttavia si addossa la responsabilità. Il vero reo prova un senso di colpa e decide di costituirsi.
Prodotto dalla lussuosa London Film nel 1937, non piacque affatto al produttore Alexander Korda che decise di bloccarlo senza distribuzione. Nel 1940, dopo i successi di Laurence Olivier (Rebecca, la prima moglie, Orgoglio e pregiudizio) e soprattutto di Vivien Leigh (Via col vento), il film approdò finalmente nelle sale. Un dramma giudiziario di routine che vale più per la messa in scena che non per la storia narrata, cavallona e ampollosa, tipica da rappresentazione teatrale. Comunque buona la fotografia e alcune interpretazioni, tra le quali spiccano quelle di Robert Newton e Hay Petrie.

Lo scandalo
Il film diede vita a un certo fastidio, poiché il tema centrale fu caratterizzato nella figura di una persona innocente tratta in arresto. Inoltre, si resero necessari alcuni interventi sul montaggio per evitare l'argomento del duplice suicidio, all'epoca oltre che sconveniente, assolutamente proibito da rappresentare. Arrivò in Italia con titolo Fatalità, poi cambiato nel 1962 in quello attuale e alleggerito dalla censura in diversi dialoghi, considerati impropri.

Clamore dello scandalo:  

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