Titolo originale:
Die freudlose Gasse

Anno:
1925

Nazionalità:
GER

Produzione:
Sofar-Film

Genere:
Drammatico

Durata:
1 ora e 25 minuti
(Durata orig.: 1 ora e 40 min. - 2 ore e 5 min. - 2 ore e 55 min.

Divieto:
Film per tutti
Georg Wilhelm Pabst   
title screen

Asta Nielsen, Greta Garbo, Valeska Gert, Regia:
Georg Wilhelm Pabst

Cast:
Asta Nielsen, Greta Garbo, Valeska Gert, Gregori Chmara, Werner Krauss, Robert Garrison, Jaro Fürt, Tamara Tolstoi Agnes Esterhazy, Karl Etlinger

Sceneggiatura:
F.H. Lyon, Willy Haas
(dal romanzo di Hugo Bettauer)

Fotografia:
Robert Lach, Curt Oertel, Guido Seeber


Nella Vienna postbellica anni venti, giovane ragazza, da famiglia borghese gettata sul lastrico dalla crisi economica, assieme a un'amica, che ha ucciso per gelosia, prova da uscire dal grigiore esistenziale, ma è circuita da un losco macellaio che tenta di violentarla, mentre l'altra finisce nel giro della prostituzione. La prima è salva dall'intervento di un militare americano che si prende cura di lei, la seconda si riscatta attraverso la confessione del delitto.
Dal romanzo di Hugo Bettauer, di per se già scandaloso, Georg W. Pabst mette in scena un lavoro che si mescola nel fondo del cinema espressionista tedesco, attraverso uno stile volto al simbolismo dei personaggi e degli eventi accavallati, ispessiti nella strabiliante ricostruzione scenografica in interni del grande architetto Hans Sohnle. Il film, costruisce la storia su due donne legate da destino avverso ma ugualmente incatenate nell'identica penosa materialità. Caratterizza le forme nel distinguo sociale in un quadro fedele della realtà germanica di quegli anni, attraverso toni allegorici principalmente riconoscibili nelle scene (lunghe file davanti ai negozi di genere alimentare), nelle situazioni (lotta per la sopravvivenza di complessi un tempo agiati), nei personaggi (speculatori corrotti). E' l'ultimo film europeo di Greta Garbo prima dello sbarco a Hollywood presso la corte della potentissima MGM di Louis B. Mayer. C'è anche Marlene Dietrich, giovanissima e non accreditata, presente in un cameo tra la folla.



Lo scandalo
Il film fece scalpore per il livido realismo delle scene e per il tema della povertà espresso in forme brutali di rappresentazione. Censurato e tagliato in mezza Europa, ad oggi non si conosce l'esatto numero di copie circolanti, tanto è elevato l'elenco di soppressioni di scene e sequenze operate in ogni singola nazione. Di certo, si è a conoscenza della durata originale (175 minuti con 3226 metri di pellicola in 8 rulli) per la copia recuperata e restaurata nel 1997 dalla Filmmuseum di Monaco di Baviera e presentata l'anno successivo al Festival di Berlino. Altre versioni con durata espressa in minuti: 85, 94, 100, 105, 109, 115, 125, 142, 148 e 151. Nel 1937, gli USA, che più di altri mutilarono la pellicola - più che altro per ridurre la presenza della più nota Asta Nielsen a favore di Greta Garbo - fece uscire una copia post-sincronizzata dal titolo Street of Sorrow, edizione solo per gli Stati Uniti. Il Italia arrivò nel 1930 con il titolo L'ammaliatrice sostituito nel 1946 dalla neonata censura 'democratica', per le copie di cineteca, con Le vie della gioia, per evitare allusioni di carattere erotico. Dove non arrivò neppure la censura fascista, ci pensò bene quella pre-repubblicana.

Clamore dello scandalo:  

(Minimo: Medio: Massimo: )




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original poster
(Video Clip WMP - 0.30)
Original Track Music

Film muto



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23-09-2010.



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