Joanna
(1925)
Gloria
(1926, What Price Glory)
Gli amori di Carmen/Carmen, la cortigiana di Siviglia
(1927, The Loves of Carmen)
Resurrection (1927)
Ramona
(1928)
Maruska
(1928, Revenge)
The Trail of '98
(1928)
La danzatrice rossa/La sete dell'oro
(1928, The Red Dance)
Evangelina
(1929, Evangeline)
Femmina
(1930, The Bad One)
Luana la vergine sacra
(1932, Bird of Paradise)
Carioca
(1933, Flying Down to Rio)
Wonder Bar
(1934)
Madame Du Barry
(1934)
Follia messicana
(1935, In Caliente)
I Live for Love
(1935)
Accusata
(1936, Accused)
La spia dei lancieri
(1937, Lancer Spy)
La femmina dei porti
(1937, The Devil's Playground)
Terrore sul Mar Nero
(1943, Journey Into Fear)
Messico insanguinato
(1943, Flor silvestre)
La vergine indiana
(1944, María Candelaria/Xochimilco)
Amore maledetto
(1945, Bugambilia)
Vita rubata
(1946, La otra)
La croce di fuoco
(1947, The Fugitive)
Storia di una donna perduta
(1948, Historia de una mala mujer)
Doña Perfecta
(1951)
El niño y la niebla
(1953)
La cucaracha
(1959)
Stella di fuoco
(1960, Flaming Star)
Il grande sentiero
(1964, Cheyenne Autumn)
La dama del alba
(1966)
Rio Blanco
(1967)
C'era una volta…
(1967)
I figli di Sanchez
(1978, The Children of Sanchez)











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Il suo vero nome era Lolita Dolores Martinez Asunsolo y Lopez Negrette. Attrice messicana, cugina del noto attore Ramon Novarro, prima star femminile del cinema latino-americano, di folgorante carriera hollywoodiana divisa nelle due epoche tra muto e sonoro, icona indiscussa della cinematografia messicana, particolarmente elevata nella seconda parte del suo percorso professionale, qui vincitrice di quattro Premi Ariel, l'equivalente degli Oscar americani. Di bellezza esotica e mediterranea, mora, capelli nero corvino, sguardo intenso; nasce da famiglia ricca e aristocratica, figlia di un noto banchiere, studia nel prestigioso Collegio di San Giuseppe a Durango, poi a Madrid e danza classica a Parigi, ma dopo la rivoluzione di Pancho Villa e Emiliano Zapata del 1916 perde tutto e si trasferisce a Città del Messico. Appena diciassettenne sposa il facoltoso scrittore Jaime Martínez del Río, dal quale, anche dopo il divorzio, conserverà il cognome in campo artistico. Attraverso conoscenze e 'raccomandazioni' varie, dopo lo spostamento, con il marito, a Hollywood, è chiamata dal regista Edwin Carewe che la fa esordire in Joanna (1925), per poi dirigerla in altri tre film ravvicinati: Ramona (1928), Maruska (1928) e Evangelina (1929). Il successo è immediato già dal secondo film, Gloria (1926), diretta da Raoul Walsh nella parte di una giovane francese contadina innamorata di due soldati americani durante Prima Guerra Mondiale, che la vorrà ancora protagonista per Gli amori di Carmen/Carmen, la cortigiana di Siviglia (1927) e La danzatrice rossa/La sete dell'oro (1928). Utilizzata nella commedia, avventura e melodramma, sempre in ruoli che distinguono la sua fattezza esotica, si afferma rapidamente in un gran numero di film muti, ma il massimo della notorietà lo raggiunge con l'avvento del sonoro, soprattutto per l'indimenticabile interpretazione in Luana la vergine sacra (1932), di King Vidor, che la proietta ai massimi vertici dello Star-System. Ma non è tutto oro ciò che luccica; in aperto contrasto con le metodologie hollywoodiane, costretta il più delle volte a piegarsi alle esigenze delle major ormai allineate ai 'nuovi' generi, cambia studios repentinamente (United Artists, RKO, Warner Bros, Columbia, 20th Fox) sempre alla ricerca di ruoli a lei congeniali, che superino il richiamo imposto dalla sua avvenenza fisica. Offre buone prove nel nascente musical, Carioca (1933), Wonder Bar (1934), I Live for Love (1935), Follia messicana (1935), si distingue come nobildonna nello storico Madame Du Barry (1934) ambientato nella corte di Francia di Luigi XV, appare credibile anche nel dramma, Accusata (1936), La femmina dei porti (1937) e nel noir, Terrore sul Mar Nero (1943). Nella metà degli anni '40 torna in patria e al cinema delle origini; stringe accordi economici basati sulla percentuale dei profitti ricavati dai suoi film e attraverso una serie di pellicole messicane, di genere storico o drammatico, è diretta dai migliori registi sudamericani di quell'epoca: Emilio Fernandez su tutti per Messico insanguinato (1943), La vergine indiana (1944), Amore maledetto (1945), sempre e stupendamente impressa sullo schermo dalla geniale fotografia del grande Gabriel Figueroa; poi Roberto Galvadon per Vita rubata (1946), Alejandro Galindo per Doña Perfecta (1951) e Ismael Rodriguez per La cucaracha (1959). Torna a Hollywood altre due volte, richiesta da John Ford per altrettanti western, La croce di fuoco (1947) e Il grande sentiero (1964), in entrambi i film come donna meticcia e indiana con le treccine. Dopo vari lavori di routine, appare in televisione per tv-series di poco conto e in teatro, 'Anastasia', 'A Streetcar Named Desire', 'A Comedy of Letters', 'Espectros'. Nel 1967 è diretta da Francesco Rosi, nella parte della madre di Omar Sharif, in C'era una volta… Conclude la carriera nel 1978 in I figli di Sanchez, per poi dedicarsi ad opere sociali, con particolare riguardo verso i bambini orfani. Muore d'infarto nel 1983 a Newport Beach, in California. Di non precisato orientamento sessuale (probabilmente bisessuale), si è sposata tre volte con due divorzi: primo matrimonio con lo scrittore Jaime Martínez del Río, poi con l'art director della M-G-M Cedric Gibbons ed infine con l'affarista Lew Riley jr.







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