Fast and Loose
(1930)
L'allegro tenente
(1931, The Smiling Lieutenant)
24 Hours
(1931)
Il dottor Jekyll
(1931, Dr. Jekyll and Mr. Hyde)
Mancia competente
(1932, Trouble in Paradise)
Perdizione
(1933, The Story of Temple Drake)
Partita a quattro
(1933, Design for Living)
Becky Sharp
(1935)
La costa dei barbari
(1935, Barbary Coast)
La calunnia
(1936, These Three)
Adorazione
(1937, The Woman I Love)
Carovana d'eroi
(1940, Virginia City)
Wise Girl
(1937)
Il grande amore
(1939, The Old Maid)
Io la difendo
(1942, A Gentleman After Dark)
L'amica
(1943, Old Acquaintance)
L'ereditiera
(1949, The Heiress)
La madre dello sposo
(1951, The Mating Season)
Gli occhi che non sorrisero
(1952, Carrie)
Quelle due
(1961, The Children's Hour)
La cugina Fanny
(1964, Fanny Hill)
La caccia
(1966, The Chase)
Savage Intruder
(1970)








PREMIO OSCAR
Becky Sharp
(nomination)


GOLDEN GLOBES NOMINATION
L'ereditiera
(non protagonista)



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Il suo nome completo era Ellen Miriam Hopkins. Attrice americana di scuola teatrale, diva sul grande schermo negli anni '30, con carriera cinematografica vissuta nel fasto e celebrità per oltre un decennio, ad ogni modo, pur ai vertici della grandezza, incompiuta nel ripetere sullo schermo quel talento e genialità interpretativa dai lei espressi in teatro. Bionda attraente, non alta, ma dotata di carisma trascinante, perfetta nella pronuncia, dal carattere difficile, spesso considerata dai colleghi puerile, sciocca ed eccessivamente snob, studia al Goddard Seminary di Plainfield, nel Vermont e alla Syracuse University di New York. Non ancora ventenne, prende corsi di danza a New York e nel 1919 debutta in teatro, a Barre, nel Vermont, nel musical ´The Fascinating Fanny Brown´, dove riceve scroscianti applausi e recensioni acclamanti da parte della critica. Il salto a Broadway è quindi automatico; debutta sul palcoscenico newyorkese nel 1921 in ´Music Box Revue´. Continua nel successo straripante l'attività teatrale broadwayana, presente dal 1924 al 1934 in una dozzina di stage, drammi e commedie, tutti accompagnati da ovazioni continue da parte del pubblico. Il suo modo di recitare, portato al melodramma, gli consente di emergere attraverso quelle figure femminili ricche di scaltrezza e sarcasmo, classiche per gli ideali delle donne di quell'epoca. Hollywood gli tiene gli occhi addosso e nel 1927 la Paramount la mette sotto contratto, con debutto nello stesso anno nel cortometraggio drammatico The Home Girl. Nel 1930 è subito protagonista, nella parte di una ragazza ribelle, in Fast and Loose; quindi, sotto le direttive di Ernst Lubitsch e di Rouben Mamoulian, che la dirigeranno in sei film, acquista la giusta vitalità, quella necessaria per esprimere al meglio le doti di attrice teatrale poste davanti alla cinepresa. E così, da un successo all'altro, la troviamo principessa amante di Maurice Chevalier in L'allegro tenente (1931), uccisa da marito nel drammatico 24 Hours (1931), ambigua prostituta in Il dottor Jekyl (1931), sfacciata e affascinante ladra di gioielli in Mancia competente (1932), ragazza violentata in Perdizione (1933), brillante nel dividersi tra l'amore di tre uomini nel film-scandalo Partita a quattro (1933), fulgida protagonista del romanzo "La fiera delle vanitą" in Becky Sharp (1935), primo film della storia del cinema realizzato in tricomia Technicolor, donna di un padrone di una sala da gioco poi innamorata di un minatore in La costa dei barbari (1935), di Howard Hawsk che sostituì durante le riprese William Wyler, accusata di rapporti omosessuali in La calunnia (1936), di William Wyler, da lui stesso rifatto nel 1961 attraverso Quelle due, con lei in un ruolo secondario, bigama amante di un giovane ufficiale in Adorazione (1937). Sul finire del decennio, passa alla Warner Bros. e qui si confronta con Bette Davis, stella nascente dello studios, in due film, Il grande amore (1939) e L'amica (1943), ma la persistente tendenza alla drammatizzazione gli fa perdere il duello, con plauso di pubblico e critica a favore della Davis, considerata gradevole e sicuramente più affabile. Con' età ormai sopra i quaranta, avviene per inerzia la condanna a un declino progressivo; appare in ruoli di supporto, comunque incisiva in L'ereditiera (1949) e famelica moglie di Laurence Olivier in Gli occhi che non sorrisero (1952). Di rientro a Broadway, compare in diverse rappresentazioni fino al 1959; lavora sporadicamente per la tv e nel 1964 torna al cinema nel mediocre La cugina Fanny, cui segue La caccia in un ruolo trascurabile. Interpreta il suo ultimo film nel 1970, questa volta da protagonista, nell'horror-thriller Savage Intruder. Muore d'infarto due anni dopo, a pochi mesi dal compiere il suo 70º compleanno. Vita sentimentale movimentata da quattro matrimoni accompagnati da altrettanti divorzi; primo con l'attore teatrale Brandon Peters, poi con lo sceneggiatore Austin Parker (un figlio, Michael, adottato), quindi con il regista Anatole Litvak e infine con il giornalista, corrispondente di guerra, Raymond B. Brock. Nella vita, è stata amante di un nutrito numero di attori e registi: Herbert Marshall, Bing Crosby, Fritz lang, Rouben Mamoulian, Fredric March, Ernst Lubitsch, John Gilbert, Robert Montgomery, Maurice Chevalier, Franchot Tone, King Vidor, anche del pubblicista Bennett Cerf e dell'agente teatrale Leland Hayward.








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