Una settimana
(1920, One Week)
I vicini
(1920, Neighbors)
Lo sciocco
(1920, The Saphead)
Lo spaventapasseri
(1920, The Scarecrow)
La casa dei fantasmi
(1921, The Haunted House)
Il segno del riconoscimento
(1921, The 'High Sign')
La barca
(1921, The Boat)
Sogni a occhi aperti
(1922, Daydreams)
Il matto sul pallone
(1923, The Balloonatic)
Il nido d'amore
(1923, The Love Nest)
Senti, amore mio
(1923, Three Ages)
Accidenti che ospitalità!
(1923, Our Hospitality)
La palla n. 13
(1924, Sherlock jr.)
Il navigatore
(1924, The Navigator)
Io e la vacca
(1925, Go West)
Le sette probabilità
(1926, Seven Chances)
Se perdo la pazienza...
(1926, Battling Butler)
Come vinsi la guerra
(1926, The General)
Io... e il ciclone
(1928, Steamboat Bill, Jr.)
Il milionario
(1931, Sidewalks of New York)
Il ferroviere
(1965, The Railrodder)
Film
(1965)
Dolci vizi al foro
(1966, A Funny Thing Happened on the Way to the Forum)








PREMIO OSCAR
Oscar alla carriera
(1960)



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Il suo vero nome era Joseph Frank Keaton. Famosissimo attore, regista e sceneggiatore; straordinario interprete della nuova comicità americana, rappresentata con strepitoso successo in tutto il periodo del cinema muto, anche se la maggior parte delle sue opere furono rivalutate soltanto a posteriori. Personaggio di pietra, impassibile, carico di un eccezionale dinamismo ricco di grazia e movimento, capace davanti alla cinepresa di non rivelare i propri sentimenti, creatore di un meccanismo perfetto che lo vede in perenne lotta contro tutte le situazioni ostili e allo stesso tempo perfetto nel far trionfare le virtù benigne, soprattutto pace e amore, contro le forze avverse spesso indicate nella malvagità e nell'invidia. Famosi in molti suoi lungometraggi, continue dispute con oggetti di grandi, medie e piccole proporzioni come bicchieri, posate, quadri e poi treni, automobili, mongolfiere, case di tutti i tipi costruite al rovescio, elettricità, barche, mandrie di bovini, squadre di polizia, eserciti di donne. Figlio d'arte da genitori acrobati itineranti per spettacoli vaudeville, Joe e Myra Keaton, è già sulle scene a soli tre anni, nel gruppo 'The Three Keatons', molte volte in situazioni al limite del pericolo, trasformato in una palla e 'passato' con autentici lanci tra le braccia del padre e della madre. Il 'mago' Harry Houdini, amico di famiglia, gli affida il nome d'arte Buster. Senza un istruzione di base, da vero autodidatta, si forma artisticamente da solo, dopo l'iniziale appoggio di Roscoe Fatty Arbuckle, all'epoca autentico mattatore della commedia comica, con il quale girerà una quindicina di cortometraggi per la Comique Film Corporation. Dagli anni '20, dopo il declino forzato di Arbuckle coinvolto in uno scandalo sessuale, Keaton debutta alla regia, dirigendo se stesso, in proprio, attraverso lo studios Metro Pictures di Joseph Schenk che gestisce al 50 per cento della proprietà. Il suo valore è dimostrato nello spazio di un decennio, sino al termine del silent-movie; in questo periodo i titoli di successo sono riconducibili a film comici valenti di un fine espressionismo sociale trincerato nella satira, quali Lo spaventapasseri (1920, dove trasforma una casa grazie all'ingegno), La barca (1921, film onirico con tutti gli interpreti a specchio del suo volto), Sogni a occhi aperti (1922, celebre per la scena in cui prende un tram al volo e rimane in posizione orizzontale), Senti, amore mio (1923, film a episodi), Accidenti che ospitalità (1923, caricatura sul perbenismo americano), La palla n. 13 (1924, tra i suoi capolavori in chiave surrealista), Il navigatore (1924, analisi di un miliardario depresso respinto dalla donna che ama), Io e la vacca (1925, sconfessione del falso mito nel quale gli USA concedono a tutti la possibilità di arricchirsi), Come vinsi la guerra (1926, annoverato tra i migliori dieci film della storia del cinema, dove si narra la vittoria personale di un macchinista di treno contro i nordisti nella Guerra di Secessione). Nel 1928, all'apice della popolarità, in un azzardata quanto miope operazione commerciale, liquida la propria società di produzione e passa alla MGM e anche se il primo lavoro alla Metro, Io e la scimmia, ottiene buoni consensi, per lui inizia un lento calvario che lo porterà in breve tempo all'anonimato quasi assoluto. Con l'avvento del sonoro, il suo mimo non è più riconoscibile da parte di un pubblico ormai bramoso di parole; il declino è ormai inevitabile. Alla MGM è trattato più da impiegato che da attore o regista; i suoi compiti sono circoscritti a brevi interventi come assistente di regia in b-movie o in qualità di revisore per sceneggiature scritte da altri, come nel caso di diversi film dei fratelli Marx. Fallito il matrimonio, abbandonato da tutti, si rifugia nell'alcolismo; continua ad apparire in film insignificanti e soltanto dall'inizio degli anni '50 riemerge a fatica, prima in un breve cammeo per il noir Viale del tramonto (1950), poi in una comparsata di Luci della ribalta (1952), quindi in una serie di lavori televisivi culminati nel series "The Buster Keaton Comedy Show". Negli anni '60, pur di tornare agli antichi splendori tenta ogni carta possibile, ma i risultati sono per lo più mortificanti. Lo troviamo addirittura al fianco del duo Franco Franchi-Ciccio Ingrassia nel deleterio italianissimo Due marines e un generale (1965), ma nel finale riesce a piazzare due colpi sorprendenti, prima in Il ferroviere (1965) e poi in Film (1966). Muore di cancro nel 1966, durante le riprese di Dolce vizi al foro. Inizialmente sposato all'attrice Natalie Talmadge (due figli, Joseph e Robert), dopo il divorzio si unisce a Mae Scribbens; in seguito, dopo la seconda separazione contrae matrimonio con Eleanor Norris.







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