Stella
(1943)
Tango vuelve a París
(1948)
Storia di una donna perduta
(1948, Historia de una mala mujer)
La rubia Mireya
(1948)
La historia del tango
(1949)
Vidalita
(1949)
La lama di Toledo
(1950, The Avengers)
L'avventuriera
(1951, The Law and the Lady)
La vedova allegra
(1952, The Merry Widow)
Vita inquieta
(1953, The Girl Who Had Everything)
Sangaree
(1953)
Il tesoro del Rio delle Amazzoni
(1954, Jivaro)
Mondo perduto
(1960, The Lost World)
D'Artagnan contro i 3 moschettieri
(1964)
El Verdugo
(1969, 100 Rifles)
A proposito di omicidi...
(1978, The Cheap Detective)











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Il suo vero nome era Fernando Álvaro Lamas y de Santos. Attore argentino naturalizzato americano, latin lover nella vita come sullo schermo, interprete alla M-G-M di un buon numero di lucenti e colorate produzioni a sfondo romantico. Alto, moro, bello, portamento di alta classe, voce baritonale, nella lunga quarantennale carriera ha costruito la sua immagine a modello del classico playboy, figura dalla quale non è più riuscito a liberarsi, malgrado i tentativi da regista o da attore televisivo e teatrale. Studia recitazione a Buenos Aires e nella capitale argentina si iscrive all'università per poi lasciarla a favore dell'attività agonistica (equitazione, boxe, scherma, nuoto, qui campione sudamericano nel 1937 per la categoria stile libero), prima di dedicarsi alla carriera di attore. Dopo un breve apprendistato alla radio, annunciatore e presentatore, debutta ventiseienne nel cinema argentino, in un ruolo fugace nel mai sentito En el último piso (1942). In patria, interpreta una quindicina di film, in maggioranza sconosciuti, in altri casi di un certo richiamo, il più delle volte diretto da Manuel Romero, all'epoca tra i più noti registi argentini. Notato dagli americani, nel 1950 giunge a Hollywood per interpretare da supporto alla Republic il cappa e spada La lama di Toledo. L'anno seguente firma un contratto triennale con la Metro-Goldwyn-Mayer, che subito gli affida ruoli da focoso amante latino in vari b-musical e film d'avventure. Nel periodo, sa farsi apprezzare da protagonista in L'avventuriera, offre ottima prova nella parte del principe Danilo in La vedova allegra e risulta assai affascinante in La vita inquieta. Nonostante le buone premesse, la M-G-M non gli rinnova il contratto. Passa alla Paramount, ottimo in Sangaree, poi è presente in produzioni di poco conto, escluso il successo personale ottenuto nel fantasy Mondo perduto (1960). Dagli anni '60, quando il suo carisma di indomabile rubacuori è ormai agli sgoccioli, prova strade alternative, da interprete-regista nei poco fortunati La fuente mágica (1963) e The Violent Ones (1967), nel cinema italiano, diretto da Fulvio Tului nel pasticciato D'Artagnan contro i 3 moschettieri, fino al teatro, presente sul palcoscenico di Broadway come Duca di Granada nel musical ´Happy Hunting´, che gli vale la nomination al Tony Awards. Negli anni '70 si dedica quasi esclusivamente alla televisione, da attore e regista in numerosi tv-series, "I giorni di Bryan", "A Tutte le auto della polizia". Nel cinema, riappare nella parte di un generale nel western El Verduco (1969) e circa dieci anni dopo interpreta il suo ultimo film, di spalla a Peter Falk nella comedy-mystery A proposito di omicidi... (1978). Si ritira definitivamente dalle scene nel 1980. Muore nel 1982, a 67 anni, colpito da cancro al pancreas. Repubblicano convito, ha sostenuto le campagne elettorali per la Casa Bianca di Richard Nixon e Ronald Reagan. Sposato quattro volte con due divorzi; prima unione con l'attrice argentina Perla Mux, deceduta dopo quattro anni di matrimonio (una figlia, Cristina), poi con Lydia Barachia (una figlia, Alexandra), quindi con l'attrice-cantante Arlene Dahl (un figlio, noto attore contemporaneo Lorenzo Lamas), infine con l'attrice-cantante-ballerina Esther Williams. Impossibile stabilire con certezza il numero delle amanti accumulate durante la sua esistenza in vita; tra le relazioni più note, si ricordano quelle con le attrici Ava Gardner, Cleo Moore, Mary Castle, Lana Turner e Cathy Downs.









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