Il pirata e la principessa (1944, The Princess and the Pirate) I migliori anni della nostra vita (1946, The Best Years of Our Lives) Sogni proibiti (1947, The Secret Life of Walter Mitty) Gli amanti della città sepolta Colorado Territory (1949) La furia umana (1949, White Heat) L'amante del gangster (1949, Flaxy Martin) Luce rossa (1946, Red Light) Fuoco alle spalle (1950, Backfire) The West Point Story (1950) La leggenda dell'arciere di fuoco (1950, The Flame and the Arrow) Sabbie rosse (1951, Along the Great Divide) Le avventure del capitano Hornblower (1951, Captain Horatio Hornblower) Il collegio si diverte (1952, She's Working Her Way Through College) L'amante di ferro (1952, The Iron Mistress) L´inferno di Yuma (1953, Devil´s Canyon) Riccardo Cuor di Leone (1954, King Richard and the Crusaders) Il calice d'argento (1954, The Silver Chalice) Le perle nere del Pacifico (1955, Pearl of the South Pacific) L'alba del grande giorno (1956, Great Day in the Morning) L'urlo dei comanches (1958, Fort Dobbs) L'oro della California (1959. Westbound)
Il suo vero nome era Virginia Clara Jones. Glamour per eccellenza nella Hollywood del ventennio '40 - '50, Virginia Mayo ha rappresentato l'incarnazione della bellezza (rossa, occhi verdi, pelle lucidissima) e su questo ha costruito l'intera carriera artistica. A soli cinque anni studia arte drammatica e successivamente entra nella Saint Louis Municipal Opera Company e compie numeri tour toccando tutti gli stati americani. Di recitazione spontanea e allo stesso tempo maliziosa, nel cinema inizia come figurante e poi da co-protagonista in vari film della comedy-color prodotti da Samuel Goldwyn (Così vinsi la guerra, Il pirata e la principessa), dove recita al fianco di Bob Hope e Danny Kaye. Il potente producer la mette sotto congruo contratto e la sua popolarità cresce a vista d'occhio. Sempre nella commedia e prima ancora nel musical è perfetta in ogni ruolo e davanti la cinepresa manifesta tutta la sua eleganza e disinvoltura. Tocca i vertici con I migliori anni della nostra vita (1946) e due anni dopo passa alla M-G-M, divenendo la regina dell'avventura (e del Technicolor). Nel periodo è impiegata in film in costume, ma sa essere incisiva anche nel dramma (Gli amanti della città sepolta) e da Lady Dark nel noir (La furia umana, L'amante del gangster, Fuoco alle spalle), dove riesce ad esprimere il suo talento nelle massime forme, anche se lo studios preferisce sfruttarne la bellezza continuando ad affidargli ruoli di carattere esotico, vanificando così un talento che avrebbe sicuramente dato di più se lasciata libera di esprimersi ai suoi livelli naturali, quelli allacciati all'educazione artistica iniziale e mai completamente esposti. Fabbricata sull'esteriorità e poco su capacità e disposizione, è inevitabilmente vittima della ferrea legge dello star-system che non fa sconti neppure a lei. All'inizio degli anni '60, quando il sex-appeal con gli spettatori inizia a scemare, non trova più le condizioni necessarie per lavorare; torna al teatro, poi in televisione ("Santa Barbara") e saltuariamente al cinema (per lo più in scarse produzioni italo-spagnole), chiudendo così una carriera che l'ha vista trionfare soprattutto dal lato estetico. Nel 1948, durante un galà, il Sultano del Marocco ebbe a dire: "…la bellezza di Virginia Mayo è la prova definitiva dell'esistenza di Dio…". Nessun riconoscimento artistico; neppure alla carriera, tanto meno alla professionalità manifestata in oltre 30 anni d'impegno assoluto. Sposata dal 1947 con l'attore Michael O'Shea (una figlia, Catherine Mary); matrimonio durato fino alla morte di lui nel 1973. È stata per breve tempo amante del produttore Howard Hughes e pare, anche dell'attore Ronald Reagan, futuro presidente USA.