Tutto finì alle sei
(1955, I Died a Thousand Times)
Gioventù bruciata
(1955, Rebel Without a Cause)
Il gigante
(1956, Giant)
Sfida all'O.K. Corral
(1957, Gunfight at the O.K. Corra)
L'inferno ci accusa
(1957, The Story of Mankind)
L'uomo che non voleva uccidere
(1958, From Hell to Texas)
Là dove il sole brucia
(1959, The Young Land)
Il cerchio della violenza
(1960, Key Witness)
I 4 figli di Katie Elder
(1965, The Sons of Katie Elder)
Anime nere
(1967, The Glory Stompers)
Nick mano fredda
(1967, Cool Hand Luke)
Il serpente di fuoco
(1967, The Trip)
Impiccalo più in alto
(1968, Hang 'Em High)
Panic in the City
(1968)
Il grinta
(1969, True Grit)
Easy Rider
(1969)
Fuga da Hollywood/Ultima follia
(1971, The Last Movie)
Braccato a vita
(1976, Mad Dog Morgan)
L'amico americano
(1977, Der amerikanische Freund)
Apocalypse Now
(1979)
Out of the Blue
(1980)
Reborn
(1981)
Osterman Weekend
(1983, The Osterman Weekend)
Rusty il selvaggio
(1983, Rumble Fish)
Non aprite quella porta - Parte 2
(1986, The Texas Chainsaw Massacre 2)
Velluto blu
(1986, Blue Velvet)
I ragazzi del fiume
(1986, River's Edge)
Colpo vincente
(1986, Hoosiers)
La vedova nera
(1987, Black Widow)
Legami di sangue
(1989, Blood Red)
Il cuore nero di Paris Trout
(1991, Paris Trout)
Ore contate
(1990, Catchfire)
Bersaglio di mezzanotte
(1992, Sunset Heat)
Una vita al massimo
(1993, True Romance)
Speed
(1994)
Waterworld
(1995)
Uomini spietati
(1996, The Last Days of Frankie the Fly)
Compagnie pericolose
(2001, Knockaround Guys)
Legacy
(2004)
La terra dei morti viventi
(2005, Land of the Dead)
Elegy
(2008, Lezioni d'amore)
Palermo Shooting
(2008)








NOMINATION ALL'OSCAR
Colpo vincente
(non protagonista)
Easy Rider
(sceneggiatura)

FESTIVAL DI CANNES
Out of the Blue
(nomination Palma d'Oro)
Easy Rider
(Palma d'Oro e
Miglior Film del Festival)



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Il suo nome completo era Dennis Lee Hopper. Attore, sceneggiatore e regista americano, fraterno amico di James Dean, con il quale contribuì alla costruzione di quel processo di elevazione a modello mitico per la generazione corrente degli anni '50 in procinto di rivolta contro la rispettabilità borghese americana. Di carattere rivoltoso, soprannominato "Il ribelle di Hollywood", aspetto cupo, a volte austero, espressione emblematica, timbro vocale perfetto, di recitazione impegnativa, inizialmente usato in ruoli ribelli giovanili e, per carattere personale, poi realmente addotti nella vita quotidiana, tali da influenzarlo nelle scelte future, special modo nel ruolo di regista. Studia al Helix High School, di La Mesa, in California e poi al Old Globe Theatre, di San Diego e in seguito al Pasadena Playhouse assieme a Dorothy McGuire e John Swope; quindi si trasferisce a New York, dove si diploma all'Actors Studio. Nel 1954 appare per la prima volta sullo schermo, come comparsa non accreditato in Johnny Guitar, di Nicholas Ray. Dopo interventi in alcuni serial televisivi, nel 1955 è messo sotto contratto dalla Warner Bros e nello stesso anno debutta in Gioventù bruciata, primo film-cartello della controrivoluzione giovanile. L'anno seguente replica con successo nel noir Tutto finì alle sei e nel kolossal Il gigante. Nel 1957, al fianco di calibri da novanta, appare nel western Sfida all'O.K. Corral e nel drammatico L'inferno ci accusa. In disaccordo con i metodi di Hollywood e, soprattutto con gli ormai "vecchi" professionisti del cinema, nel 1958, sul set di L'uomo che non voleva uccidere, litiga ferocemente con il regista Henry Hathaway, il quale gli impone di girare la stessa scena per ben 85 volte, perché mai riuscita come lui pretendeva. Il 'testa a testa' finì male per l'attore; il regista gli gridò in faccia che '..mai più avrebbe lavorato a Hollywood…'; infatti, la diatriba si concluse con l'esclusione di Hopper per circa un decennio dal 'giro che conta', relegato in produzioni minori e sempre in ruoli secondari. Per tutti gli anni sessanta è presente in film di medio e buon successo, mai però da protagonista. Nel 1969 passa alla regia e, in una sorta di auto-mitizzazione, firma il cult-road-movie Easy Rider, dove è anche attore, film manifesto della controcultura americana, di fortissima ascendenza sui giovani del periodo, nel quale infonde tematiche rivoluzionarie costruite in contesti di droga e rock dissonante. Tuttavia, il successo planetario di Easy Reader (campione d'incassi) non gli consente quel salto di qualità che sembrava attenderlo dietro l'angolo. I lavori successivi, spesso bocciati dalla critica ma non dal pubblico che continua a seguirlo, si attestano su un livello di medio valore e le regie, il più delle volte di stile aspro e violento, non riscuotono il successo sperato. Dirige Out of the Blue (1980), storia di droga e incesti in un tremendo contesto familiare, poi Colors - Colori di guerra (1988), girato in ambito di 'ordinaria amministrazione', il frenetico e ambiguo thriller Ore contate (1990, dove si firma Allen Smithee per protesta contro i tagli imposti dalla casa di produzione Vestron), il fosco, riuscito noir The Hot Spot - Il posto caldo (1990); poi, nel 1994, alla sua ultima direzione, prova la commedia, con risultato disastroso, Una bionda sotto scorta (1994). Con la bizzarra regia del drammatico Fuga da Hollywood (1971, film che detiene il record per la più lunga sequenza d'apertura prima dei titoli di testa, 34 minuti), anticipa quella che sarà poi la 'sua fuga'. Difatti, sia per problemi legati all'uso della droga, sia per i continui conflitti con il sistema, per diversi anni lavora per produzioni estere, in Francia, Germania, Canada e Australia, per poi tornare negli USA sul finire degli anni settanta. Da attore è comunque e sempre formidabile; dal suo nutrito score, è obbligatorio ricordare alcune sue performance di valore, sempre attestate nel registro drammatico di figurazione ostile, come nei casi del freddo e sprezzante avventuriero in L'amico americano (1977), ossessionato fotoreporter amico del ribelle Marlon Brando in Apocalypse Now (1979), falsa spia in Osterman Weekend (1983), folle criminale in Velluto blu (1986), violento e assassino commerciante in Il cuore nero di Paris Trout (1990), killer morboso in Ore contate (1990), terrorista in Speed (1994), spietato re dei pirati in Waterworld (1995). Ha lavorato e molto anche in televisione, "Crash", "E-Ring", "24" e inoltre è stato fotografo di successo, non solo nel cinema, con vasta rassegna del suo materiale esposto in un nutrito numero, tra mostre e gallerie. Negli ultimi anni di attività è stato voce-off in numerosi film e attivo, malgrado l'insorgere di un male incurabile, fino a pochi mesi dal decesso. Muore di cancro alla prostata nel 2010. Turbolenta anche la vita sentimentale, con cinque matrimoni e quattro divorzi, oltre varie 'storie' intraprese con le attrici Natalie Wood, Ursula Andress e Joan Collins; primo matrimonio con l'attrice televisiva Brooke Hayward (un figlio, Marin, supervisore e documentarista), poi con l'attrice-tv nonché compositrice Michelle Phillips, in seguito con la psicologa Daria Halprin (una figlia, Ruthanna, attrice), quindi con un'altra attrice, Katherine LaNasa (un figlio attore, Henry Lee) e infine con Victoria Cane Duffy, anche lei attrice (una figlia, Galen Grier).










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