Fronte del porto
(1954, On the Waterfront)
Corte marziale
(1955, The Court-Martial of Billy Mitchell)
Oklahoma!
(1955)
Il grande coltello
(1955, The Big Knife)
Vento di terre lontane
(1956, Jubal)
Il colosso d'argilla
(1956, The Harder They Fall)
Furia infernale
(1957, The Unholy Wife)
La tortura della freccia
(1957, Run of the Arrow)
Lama alla gola
(1958, Cry Terror!)
Al Capone
(1959)
Il giorno più lungo
(1962, The Longest Day)
Le mani sulla città
(1963)
L'uomo del banco dei pegni
(1964, The Pawnbroker)
Gli indifferenti
(1964)
E venne un uomo
(1965)
Il dottor Zivago
(1965, Doctor Zhivago)
Il caro estinto (1965, The Loved One)
La calda notte dell'ispettore Tibbs
(1967, In the Heat of the Night)
Il sergente
(1968, The Sergeant)
L'uomo illustrato
(1969, The Illustrated Man)
In 2 sì, in 3 no
(1969, Three Into Two Won't Go)
Waterloo
(1970)
Giù la testa
(1971)
A proposito Lucky Luciano
(1973, Lucky Luciano)
Mussolini: Ultimo atto
(1974)
W.C. Fields and Me
(1976)
Gesù di Nazareth
(1977)
F.I.S.T
(1978)
Amityville Horror
(1979, The Amityville Horror)
Branco selvaggio
(1981, Cattle Annie and Little Britches)
Il leone del deserto
(1981, The Lion of the Desert)
Gli eletti
(1981, The Chosen)
A faccia nuda
(1984, The Naked Face)
La casa degli orrori - American Gothic
(1987, American Gothic)
Un detective... particolare
(1989, The January Man)
Captain Nuke and the Bomber Boys
(1995)
Mars Attacks!
(1996)
Pazzi in Alabama
(1999, Crazy in Alabama)
Giorni contati
(1999, End of Days)








PREMIO OSCAR
La calda notte dell'ispettore Tibbs


NOMINATION ALL'OSCAR
Fronte del porto
(non protagonista)
L'uomo del banco dei pegni


GOLDEN GLOBES
La calda notte dell'ispettore Tibbs
(Golden Globe)
L'uomo del banco dei pegni
(Nomination)


DAVID DI DONATELLO (ITA)
Il sergente
(Miglior attore straniero)


FESTIVAL DI BERLINO (GER)
L'uomo del banco dei pegni
(Orso d'Oro)


BAFTA (ING)
La calda notte dell'ispettore Tibbs
(Bafta Award)
L'uomo del banco dei pegni
(Bafta Award)



Tribute Site



Il suo vero nome era Rodney Stephen Steiger. Imponente attore americano, tra i massimi esponenti dell'Actors Studio, tra i pochi artisti usciti dalla nota scuola di New York ad aver applicato alla perfezione il famoso 'Metodo Stanislavskij', creato dal russo Kostantin Sergeevic Alekseev. Di stazza notevole, lineamenti del viso marcati, voce afona, ha imperversato tra cinema, teatro e televisione per oltre 50 anni, dando vita a personaggi spesso tribolati e tesi, a lui perfettamente connaturali. Ancora adolescente, lascia gli studi per arruolarsi in Marina. Partecipa attivamente al secondo conflitto mondiale di stanza nel Pacifico e al termine della guerra, tornato in patria, si avvicina al mondo artistico e dopo aver frequentato a New York, in successione, la Dramatic Workshop of the New School for Social Research, il Theatre Wing e quindi l'Actors Studio, inizia a recitare in teatro, successo a Broadway in "Night Music", per poi passare alla televisione che non abbandonerà mai per il resto della carriera. Nettamente portato al dramma, dopo l'esordio del 1951 in una parte minore in Teresa di Fred Zinnemann, continua incessantemente a lavorare per il piccolo schermo, sia per la Goodyear Television Playhouse, sia per la Philco Television; poi, grazie al successo del TV-Movie 'Marty' del 1953, è notato da Elia Kazan che lo chiama a Hollywood per affidargli il ruolo del fratello di Marlon Brando nell'arcifamoso Fronte del porto (1954), che gli consente di ottenere subito la Nomination all'Oscar da non protagonista, riconoscimento che gli spiana la strada verso le alte vette. Ottiene ruoli sempre più importati e sempre in film di spessore; nel periodo è ricordato soprattutto per le eccellenti interpretazioni configurate nell'avido produttore di Il grande coltello (1955), nelle figure di gangsters di Il colosso d'argilla (1956) e Al Capone (1959), nell'uomo violento di La tortura della freccia (1957). Negli anni '60 raggiunge il massimo della popolarità; prima in Italia con l'ottima performance del faccendiere in Le mani sulla città (1963) di Francesco Rosi e in seguito negli USA, dove riscuote applausi a scena aperta per l'intenso ebreo scampato alle torture naziste in L'uomo del banco dei pegni (1964) e per il kolossal Il Dottor Zivago (1965), interprete di Viktor Komarovsky. Nel 1967 vince l'Oscar con La calda notte dell'ispettore Tibbs, film a sfondo razziale, dove, tormentato dai dubbi, è il capo di un distretto di polizia in una cittadina del Sud. Negli anni '70 si concede ai film storici; dal perfetto Napoleone Bonaparte in Waterloo (1970) al somigliante Duce in Mussolini: Ultimo atto (1974) di Carlo Lizzani, a Ponzio Pilato in Gesù di Nazareth (1977) di Franco Zeffirelli. Nel decennio successivo, si fa apprezzare ancora nel ruolo di Mussolini in Il leone del deserto (1981), film sequestrato su ordinanza diretta o presunta tale di Giulio Andreotti, poi nel western Branco selvaggio (1981) e in Gli eletti (1981), prestigioso nella parte di un rabbino padre del protagonista. Negli anni '90 la sua attività inizia a diradarsi, soprattutto per mancanza di ruoli a lui congeniali; è così presente in un paio di film horror e nello stupidissimo Mars Attacks! (1996), ma nel 1999, nel ruolo di un prete, concede l'ultimo guizzo di grande carattere in Giorni contati. Sottoposto a interventi chirurgici a cuore aperto, portatore di bypass, malato di insufficienza renale, nel 2002, al termine delle riprese del thriller Poolhall Junkies, muore per un attacco di broncopolmonite acuta. Sposato 5 volte con 4 divorzi; inizialmente con le attrici Sally Gracie e Claire Bloom (una figlia, Anne), poi con Sherry Nelson, Paula Ellis (un figlio, Michael) e infine con l'attrice televisiva Joan Benedict, con la quale è rimasto legato fino al giorno della morte.







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