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Il suo nome completo era George Orson Welles. Artista ed esteta, geniale innovatore, fantasioso, ambizioso, audace precursore di tecniche di ripresa e di montaggio, Orson Welles è tra gli autori più noti della cinematografia mondiale e quello che più di altri ha descritto nella leggenda un progetto difficilmente separabile dalla realtà. La narrativa, connaturata nei suoi film, di stile barocco, si estende oltre ogni limite stabilito; la prerogativa è dettata dal ´disordine casuale´ valorizzato da tematiche morali, arruffate, ma ben strette un progetto di base, se pur aleatorio, che tende a rispecchiarsi in qualsiasi evento legato alla tragicità umana. Il valore aggiunto pone l'accento sulla metodologia della ripresa, basata dalla profondità del campo, dal dinamismo dell'inquadratura creata da vorticose prospettive angolari e dal primo piano continuato, cardine dell'espressione recitativa dell'attore, che è poi manifestazione prioritaria del lavoro. Uomo di spettacolo, autentico mattatore multimediale, contribuisce alla ´destabilizzazione´ di un sistema collaudato, ma ormai stantio, attraverso l'introduzione di forme autoctone dettate più dal caso che non da un preciso disegno programmatico. Figlio di un industriale e da madre pianista, rimane orfano a 13 anni ma già sufficientemente capace di autogovernarsi. Seguendo le orme del padre, gira per l'Europa, studia presso la Todd Sholl di Woodstock e la Washington Sholl per poi dedicarsi a corsi di pittura alla Chicago Art Institute. La passione per il teatro lo spinge in Irlanda, a Dublino, dove mette in scena il ´Giulio Cesare´ di Shakespeare, già rappresentato anni prima a Chicago e opere di Goldoni. L'inaspettato successo internazionale è per lui un trampolino di lancio già al rientro in America. Nel 1933 è messo sotto contratto da prestigiose compagnie teatrali di New York e Chicago, come il Federal Theatre e il Mercury Theatre, dove assume ruolo di ´deus ex-machina´. Nel periodo si rivela originale fenomeno di trasmissioni radiofoniche dove, con grande ispirazione riesce a mescolare figure teatrali a uomini politici del tempo. Ventitreenne, il 30 ottobre 1938, attraverso la trasmissione "March of Time", dai microfoni della CBS manda in onda ´l'allarme generale´ per l'atterraggio di marziani nel New Jersey. Lo scherzo getta nel caos la popolazione civile, ma non gli impresari della RKO che individuano in Welles un vero genio dello spettacolo. I produttori gli danno carta bianca con un contratto mai stipulato prima nel mondo del cinema; gli propongono di realizzare nove film come lui vuole e del genere che preferisce. Da qui a tre anni nascono i presupposti per la costruzione del film più mitico della storia del cinema, il capolavoro Quarto potere, girato nel 1941, leggendaria antitesi o, al contrario, sintesi, tra chi detiene il potere e chi manipola il denaro. Rivalutato a posteriori (al box-office andò malissimo poichéèil pubblico rimase frastornato da un innovatismo che non riuscììad afferrare), di questo film si è
è scritto fiumi d'inchiostro, articolate tavole rotonde, remixate scene e sequenze per altri prodotti cinematografici e televisivi, letteralmente copiato stile e procedure per film diretti da registi prossimi a venire. Il gigantismo tecnico dettato da Quarto potere si può brevemente riassumere in piccoli capitoli che ne hanno costruito la leggenda. Innanzi tutto, la profondità di ripresa, elasticizzata in forme distanti tra due figure che dialogano, poi l'uso del suono come dispositivo di transizione, la fase del montaggio perpetrata sulla logica di creare metafore visive, l'inquadratura del personaggio principale (Kane) predisposta in funzione ´schiacciata´ dove il personaggio è incentrato in uno spazio ristretto, compresso dal soffitto, ma ugualmente capace di dominare la sequenza attraverso il primo piano ravvicinato. |
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OSCAR
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